mercoledì 23 novembre 2011

Il cacciatore di aquiloni

di Hhaled Hosseini

Si dice che il tempo guarisca ogni ferita. Ma, per Amir, il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno, Amir ha commesso una colpa terribile. Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve tornare a casa, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati. Ma ad attenderlo, a Kabul, non ci sono solo i fantasmi della sua coscienza. C'è una scoperta sconvolgente, in un mondo violento e sinistro dove le donne sono invisibili, la bellezza è fuorilegge e gli aquiloni non volano più. (by IBS)

E' un romanzo bellissimo, intenso, dai colori e dai sentimenti forti: una piccola perla che lascia il segno, che emoziona, che mi ha fatto sentire piccola ed ignorante, vivendo in un mondo in cui si dà veramente per scontato troppe cose, dove si crede di sapere tanto, ma in realtà si sa veramente poco. Se da una parte leggere questo libro mi ha arricchito davvero molto in fatto di conoscenza, mostrandomi la parte interna di una cultura così lontana dalla nostra, dall'altra non posso fare a meno di chiedermi come è possibile tollerare cose che colpiscono nel profondo la nostra ricchezza maggiore: i bambini che saranno il nostro futuro.

La cosa che mi è piaciuta di più di questo libro è la descrizione del 'prima' e del 'dopo'; mi ha fatto entrare in un mondo diverso dove tutto aveva un suo perché, dove le regole seppur diverse dalle nostre, avevano il loro senso, e dove le tradizioni erano tenute in gran conto, per poi farci cadere nello stesso mondo, ma trasfigurato, reso invivibile, con la predita assoluta della sua vera identità.

Magari non è un libro da leggere sotto l'ombrellone, ma io l'ho divorato nei ritagli di tempo della mia vacanza e me l'ha arricchita…

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