mercoledì 23 novembre 2011

La regina dei castelli di carta

di Stieg Larsson

La giovane hacker Lisbeth Salander è di nuovo immobilizzata in un letto d'ospedale, anche se questa volta non sono le cinghie di cuoio a trattenerla, ma una pallottola in testa. È una minaccia: se qualcuno scava nella sua vita e ascolta quello che ha da dire, potenti organismi segreti crolleranno come castelli di carta. Deve sparire per sempre, meglio se rinchiusa in un manicomio. La cospirazione di cui si trova suo malgrado al centro, iniziata quando aveva solo dodici anni, continua. Intanto, il giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su Millennium un articolo di denuncia che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l'intero paese. Non ci saranno compromessi. L'ultimo capitolo della trilogia di Stieg Larsson - uno dei più clamorosi casi editoriali internazionali degli ultimi anni - è ancora una volta una magnifica descrizione della società di oggi in forma di thriller. Un romanzo emozionante di trame occulte e servizi segreti deviati, che cattura il ritmo del nostro tempo e svela a cosa possono condurre le perversioni di un sistema malato. Una storia che, fedele all'anima del suo autore, narra di violenza contro le donne, e di uomini che la rendono possibile.(by BOL)


Terza ed ultima parte della trilogia, non è stata da meno delle precedenti puntate. Mi dispiace che sia finita, è stata davvero una bella avventura, un modo di scrivere molto incisivo, che ha fatto scivolare questi tre tomi senza nemmeno accrogersene. La protagonista, con le sue contraddizioni, con il suo carattere difficile è diventata piano piano la protagonista assoluta di questi tre romanzi, tutto ruota intorno a lei, ed alla fine è veramente difficile non provare simpatia. Questo ultimo romanzo ha una conclusione, nel senso che il tutto si può fermare qui… ma se la moglie dello scrittore decidesse di scrivere qualcos'altro, non so se riuscirei a resistere alla tentazione di non leggerlo, pur sapendo che la mano non sarebbe la stessa. Purtroppo io faccio parte di quella folta schiera di persone che si affezionano ai protagonisti, che leggono e vedono con gli occhi della mente le scene descritte, fino ad immaginare i volti dei protagonisti stessi. Al termine del romanzo Lisbeth è finalmente libera, totalmente libera di vivere la sua vita come una persona perfettamente normale, di dedicarsi alle cose che le piacciono senza dipendere da nessuno, avendo anche a disposizione una ingente somma di denaro che le permmetterà di essere indipendente economicamante. Tutto questo lo deve prima di tutto a se stessa ed ai pochi ma validi amici che ha avuto sempre dalla sua parte, che hanno saputo guardare al di là e valutarla per quello che realmente è e non per tutte le menzogne che hanno raccontato sul suo conto…

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