mercoledì 23 novembre 2011

L'origine perduta


di Matilde Asensi
Mana huyarinqui lunthata Non senti ladro? Anatatata chakxana Hai giocato a togliere la sbarra dalla porta. Jutayanata allintarapina Chiamerai il beccamorto chharma questa sera stessa.
Nel suo studio di Barcellona l'etnologo inglese Daniel Cornwall annota queste parole incomprensibili alternandole a frasi inquietanti che paiono contenere una maledizione. Poco più tardi la moglie Ona lo trova in stato di catalessi mentre, inginocchiato sul sofà e con lo sguardo vacuo, la implora di dargli sepoltura. Non riuscendo a farlo tornare in sé, la donna lo porta in ospedale dove riceve un'arcana diagnosi: agnosia e illusione di Cotard. Quest'ultima rara sindrome corrisponde a un'incurabile alterazione cerebrale di origine misteriosa, paragonabile al danno provocato in un software da un baco. Terrorizzata, Ona avverte il fratello di Daniel, Arnau. I due sono l'uno l'opposto dell'altro: il primo serissimo studioso delle civiltà precolombiane e buon padre di famiglia, il secondo geniale imprenditore della new technology e spregiudicato hacker dedito a scorribande notturne nei cunicoli sotterranei della metropoli. Con il suo sesto senso Arnau intuisce che quella criptica maledizione rappresenta l'indizio da cui partire per salvare il fratello. Anche perché, negli ultimi tempi, Daniel stava proprio tentando di decifrare una lingua sconosciuta parlata dagli inca, l'aymara. Chiamati in aiuto i suoi due fedeli collaboratori - e incalliti pirati informatici - Jabba e Proxi, Arnau si butta a capofitto a studiare la storia del Sudamerica scoprendo che l'aymara è il primo idioma mai usato dall'umanità, "lingua di Adamo" e insieme perfetto codice che sembra custodire verità ataviche. E che, come un qualsiasi software, si fonda su un principio binario. Ma per trovarne la chiave d'accesso occorre recarsi là dove era, e forse è ancora, diffusa: in Bolivia, fra le antiche rovine di Tiahuanaco, che costituiscono già di per sé un enigma. Indicato sulla cinquecentesca mappa di Piri Reis - altro enigma perché paradossalmente riproduce zone geografiche sconosciute all'epoca -, questo sito archeologico è costellato di misteri: monumenti colossali impossibili da erigere, bassorilievi che paiono raffigurare creature extraterrestri... Per trovare la pista giusta fra le pieghe del tempo, il terzetto di investigatori dovrà tradurre messaggi in codice incisi nella pietra, sciogliere quesiti matematici per aprire varchi e botole, calcolare algoritmi e combinare le soluzioni, tutte prove che solo menti abituate a violare i domini protetti su Internet possono superare. Nel disperato tentativo di spezzare la maledizione aymara che si è abbattuta su Daniel ...
Terzo magistrale romanzo di Matilde Asensi proposto al pubblico italiano, "L'origine perduta" si fonda su un inedito scenario in perfetto equilibrio tra passato e futuro, tra archeologia e nuove tecnologie, il tutto arricchito da teorie linguistiche, genetica e matematica. Regina del bestseller di qualità, Asensi conferma la propria formidabile capacità di unire un'altissima suspense e un intreccio avventuroso a una cornice storica impeccabile e a intriganti interpretazioni di temi esoterici, in un mix prodigioso che in Spagna ha già fatto di questo libro un successo da 500.000 copie. (by BOL)

Un libro avventuroso, che mischia in maniera intelligente la modernità dei nostri giorni, con un'antichità che ha del prodigioso. In alcuni punti ho avuto l'impressione di leggere un vero e proprio saggio, si è soffermata sui particolari quando era necessario, per riuscire a rendere il racconto meno romanzesco e più documentaristico. Questo approccio mi è piaciuto, perché comunque non ha esagerato, e la seconda parte del libro vola via in un soffio portando il lettore in luoghi lontani e sconosciuti, molto magici… Terminando il libro, mi sono detta che ci starebbe bene un 'continua…' chissà cosa ne pensa la scrittrice…

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