di Elizabeth George
Thomas Lynley torna a indagare affiancato dalla sua collega Barbara Havers e da Winston Nkata, da poco promosso detective, e il caso che devono affrontare richiederà tutte le loro abilità deduttive. Per le strade di Londra si muove un sinistro assassino. Sulla sua strada ha lasciato il corpo nudo e mutilato di un giovane adolescente e una serie di macabri indizi lasciano pensare all'opera di un serial killer. Lynley scopre presto che l'assassino ha già colpito altre tre volte, senza che la polizia sia arrivata a collegare i casi o a dare loro importanza. La ragione purtroppo è molto semplice: le prime vittime erano ragazzi neri. (by BOL)
Io sono una grande fan della George, ma questo romanzo l'ho trovato particolarmente lungo e prolisso, statico, lento, insomma in una parola mi sono piaciute solo le ultime 100 pagine… probabilmente la cosa è voluta, probabilmente l'autrice ha pensato che la trama lenta con improvvisa accelerazione verso il finale portasse il lettore ad entusiasmarsi, ma a me non è accaduto, ci ho messo la bellezza di 2 mesi per leggerlo, e lasciate perdere che questo non è un periodo favorevole alla lettura, è proprio che certe sere non riuscivo a sorpassare la pagina…
Parliamo un attimo del finale, e se non l'avete ancora letto, chiudete subito il post…
Dunque, la moglie di Linley in dolce attesa muore stupidamente per mano di un teppistello ed il nostro ispettore decide di dare le dimissioni. Tutto molto comprensibile ma poco credibile, l'accoppiata Barbara e Linley è inscindibile, anche solo per il semplice fatto che Barbara senza di lui non può avere futuro nella polizia. Sfasciata, disastrata, impulsiva non ha per nulla il 'fisique du role' per fare carriera. Non riesce ad essere accondiscendente ed è sempre poco ligia alle regole. Staremo a vedere nel prossimo romanzo, anche se credo che per il momento ne ho avuto abbastanza di questa autrice, mi fionderò su qualcosa di diverso...
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