di Jeffery Deaver
Un nuovo serial killer, il Compositore. Uno scenario inedito, Napoli.
L'ultimo emozionante caso di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs. Un uomo
viene prelevato con la forza a pochi isolati da Central Park e caricato
su un'automobile. Unica testimone una bambina, unico indizio un cappio
abbandonato sul marciapiede, realizzato con una corda per strumenti
musicali. Lincoln Rhyme e Amelia Sachs avrebbero altro a cui pensare,
visto che stanno per sposarsi e partire per la luna di miele, ma c'è una
vita da salvare. La squadra si mette subito al lavoro e in poche ore lo
sconosciuto sequestratore ha un profilo: per il Compositore, così lo ha
battezzato Rhyme, la tortura delle vittime è lo spartito di una macabra
melodia. La caccia all'uomo ha inizio, una ricerca serrata che da un
vecchio capannone di New York conduce il criminologo e la detective fin
nei vicoli di Napoli, nei cunicoli che solcano il sottosuolo della
città, a stretto contatto con gli investigatori italiani, tra scontri di
competenze, collaborazioni clandestine e indagini scientifiche sempre
più sofisticate. Il tempo stringe, e lo stesso cappio che Rhyme e Sachs
hanno trovato sulla scena del crimine ora deve fermare la mano di un
killer spietato e inafferrabile. Ci sono tutti gli ingredienti del
miglior Jeffery Deaver: ritmo, azione, paesaggi inusuali. Il valzer
dell'impiccato mostra tutto l'affetto che il suo autore nutre per i
lettori italiani e per il nostro Paese e consegna al pubblico degli
appassionati un nuovo capitolo sorprendente e imperdibile della saga di
Lincoln Rhyme. (by Amazon.it)
Leggere romanzi con Lincoln e Amelia è come avere notizie di vip a cui si è affezionati. Ma questo romanzo in particolare mi è piaciuto molto, credo più che altro perchè è ambientato per la maggior parte in Italia, e in una delle città più belle della nostra Italia, Napoli!!! Denigrata ed a volte evitata dagli italiani stessi, Napoli per me ha una magia che non si respira in nessun'altra città, forse perchè c'è il mare, forse perchè è piena di contraddizioni come solo le grandi città sanno essere, ma soprattutto perchè è viva, e la sua vitalità non può che contagiarti. Comunque, al di là della digressione, totalmente fuori luogo, quando mi sono resa conta che il romanzo si spostava in Italia, ho avuto un brivido, temevo che si potesse ricadere sui soliti luoghi comuni, sullo descrivere il nostro popolo con superficialità. Invece traspare tutto l'amore che Deaver ha nei confronti del nostro paese, o meglio, io ci vedo questo, ed i protagonisti italiani fanno la loro 'porca' figura!!! Bravo Deaver, mi sei piaciuto, quando vuoi ti aspettiamo per un altro romazo, ambientato in un'altra delle nostre bellissime città... Comunque l'Italia è sempre una bellissima scelta per la Luna di Miele!
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