Non ho intenzione di riportare la trama di questi due romanzi che ho letto insieme perchè solo leggendoli entrambi si ha la storia completa di Candice White Ardlay. Sì è questo il vero nome di Candy ed anche il cognome della famiglia adottiva Ardlay noi, accaniti fan del cartone animato, lo conosciamo come Andrew. Altra differenza non da poco è la mancanza di Clin, il procione giocherellone che ha sempre seguito Candy... ma poi le differenze finiscono qui, o meglio le altre sono trascurabili. E' stato un meraviglioso viaggio nella mia infanzia, in un periodo della mia vita in cui le cose mi apparivano molto semplici e chiare, proprio come dovrebbero apparire sempre agli occhi dei bimbi. Eppure rileggendo questi romanzi da adulta inoltrata non li ho trovati melensi o troppo infantili, forse li ho semplicemente affrontati con lo spirito giusto, come romanzi per ragazzi che, al loro interno, contengono sempre una morale, come spesso accadeva con i cartoni degli anni 70. Molti pensano che quei cartoni hanno spesso raccontato storie tristi e non posso dar loro torto, ma hanno sempre portato con loro una morale molto forte che non so se i cartoni moderni hanno... In un certo senso io li trovo istruttivi, perchè non rivestono la realtà di un alone di felicità indiscussa, il raggiungimento di questa avviene sempre attraverso sofferenza e impegno, ma questo non può essere necessariamente considerato un male.
Se state leggendo questo post, se anche voi siete cresciuti con Candy, avete odiato Iriza e Neal, avete pianto per Anthony e Stear e... segretamente avete sperato che Terrence tornasse da lei... vi consiglio di rituffarvi nei vostri ricordi, di macinare le pagine di questi romanzi e rivedere con gli occhi della memoria il vostro amato cartone animato.
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