mercoledì 23 novembre 2011

Babel

In Marocco due adolescenti nel mezzo del deserto provano un fucile che il padre ha dato loro per tenere lontano gli sciacalli dalle capre, ma la pallottola sparata arriva molto più in là di quanto si sarebbero aspettati. A colpire una donna americana in crisi con il marito e in viaggio, su un autobus di un viaggio organizzato. La coppia ha lasciato a San Diego i figli che sono affidati ad una tata messicana che però non può mancare al matrimonio del figlio. Nel mentre in Giappone una ragazza sordomuta vive il disagio di un adolescenza particolarmente difficile.

Non mi è piaciuto!!! Troppo crudo, troppa ansia ho provato nel vivere la storia dei due turisti americani, troppo di denuncia… insomma, per me è un po' troppo!!! Non sto dicendo che è un brutto film, anzi se per un attimo riesco a guardarlo oggettivamente posso definirlo molto reale, in grado di mettere a nudo realtà che solitamente si tende a tenere ben nascoste… però non posso fare ameno di rivedere le scene più crude, non riesco a non sentire l'angoscia del marito che vede la propria moglie colpita da una pallattola vagante in un paese che non 'può' darti quell'aiuto immediato che sicuramente vorrebbe. Forse è una cosa che mi ha colpito molto perché, come turista sempre in giro per il mondo, so benissimo che è una cosa che potrebbe succedere a chiunque, forse perché mi rendo ben conto che ci sono delle realtà talmente diverse dalla nostra, che a stento riusciamo a renderci conto che si possa vivere in tali condizioni. Sì, non è un film è una 'Babele' di popoli, sentimenti e vite… diverse e nonostante questo intrecciate… Perché alla fine gli uomini sono tutti uguali, ma vivere in un posto fa la sua differenza.

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