mercoledì 23 novembre 2011

Il buio nell'anima

Per Erica Bain (Jodie Foster), le strade di New York sono la sua casa e il suo lavoro: condivide i suoni e le storie della sua amata città con il pubblico radiofonico del programma "Street Walk". Di notte, torna a casa dall'amore della sua vita, il fidanzato David Kirmani (Naven Andrews). Ma tutto ciò che Erica conosce e ama le viene strappato via durante una tragica notte, quando lei e David subiscono una aggressione, in seguito alla quale David muore e lei viene ferita gravemente.
Anche se il corpo martoriato si riprende, le ferite più profonde non si rimarginano, come il dolore per la perdita di David e soprattutto una paura che le attanaglia la gola a ogni passo. Le strade della città che un tempo amava percorrere, anche i luoghi che le erano più cari e familiari, ora le appaiono estranee e minacciose.
Quando la paura diventa un fardello troppo pesante da sopportare, Erica decide di armarsi per combatterla. La pistola diventa un mezzo tangibile per proteggersi da un nemico invisibile… o almeno così crede.
La prima volta che spara a qualcuno è una questione di uccidere o essere uccisa. La seconda volta è sempre autodifesa… oppure ha scelto di non tirarsi fuori da una situazione pericolosa? La paura che prima la paralizzava è diventata qualcosa di diverso… qualcosa che la porta a riprendersi la vita che le è stata strappata quella notte… qualcosa che Erica stessa non accetta. In città si diffonde la storia di un anonimo giustiziere e il detective della polizia di New York, Sean Mercer (Terrence Howard) si mette sulle tracce del killer. Tutto fa pensare che non si tratti di un uomo con la pistola… ma di una donna che si vendica.
Con Mercer che la tallona e la sua coscienza in crisi, Erica deve decidere se la sua ricerca di una forma di giustizia, o di vendetta, sia la strada giusta. (by FilmUP)

Da sempre Jodie Foster è una delle mie attrici preferite, mi piace la sua espressività, il suo sapersi calare perfettamente nei ruoli più drammatici, dando spessore ai personaggi interpretati… ma non posso certo dire che questo film mi sia piaciuto. Come lo definisce Max è un film 'maschiale' in cui una donna si trasforma in un 'giustiziere'. La storia ha senso, le motivazioni perché questo cambiamento possa avvenire ci sono tutte, però non mi aspettavo che finisse così, non mi aspettavo che alla fine il poliziotto integerrimo di turno le perdonasse delitti inutilmente commessi. Forse il mio è un discorso un po' troppo perbenista, forse non mi rendo ben conto della rabbia che si prova quando ti viene strappata una persona cara in un modo così stupido e senza senso… ma non credo nemmeno sia giusto giustificare il comportamento di chi decide di farsi giustizia da sola, soprattutto quando ci vanno di mezzo persone che non c'entrano nulla.

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