lunedì 6 febbraio 2012

Due di noi

di Michael Frayn
con Lunetta Savino, Emilio Solfrizzi
regia LEO MUSCATO
ERRETITEATRO

The two of us fu rappresentata per la prima volta a Londra nel 1970: fu l'esordio teatrale di Michael Frayn, che, allora sconosciuto, sarebbe in seguito diventato famoso in tutto il mondo grazie al successo di Rumori fuori scena.
La commedia racchiude tre atti unici -recitati in questo allestimento da due attori- che mostrano situazioni matrimoniali al limite del paradosso.
Ci sono due coniugi esasperati da un neonato insonne che tornano in vacanza a Venezia, nella stessa camera dove erano stati in viaggio di nozze, ed il confronto con il passato risulta comico ed amaro; quindi si passa ad un secondo ménage, in cui vive una coppia che non comunica più e nella quale la moglie si consola dialogando con il piede del marito, l'unica parte del corpo di lui che ancora mostra qualche sprazzo emotivo; nella terza scena il caos è totale, poiché marito e moglie si ritrovano ad aver invitato a cena, per errore, una coppia di amici da poco separati ed il nuovo compagno di lei: un tour de force incredibile per gli attori che dovranno interpretare più ruoli, cambiandosi velocemente ed inserendosi in un frenetico meccanismo di entrate ed uscite senza sosta, che lo stesso Frayn considerava l'aspetto più divertente della commedia.
Una pièce dinamica dunque, fatta di colpi di scena e di quadretti familiari non proprio idilliaci ma credibili, spassosi, ironici, allietati dalla naturale simpatia di due dei volti più amati del piccolo schermo. (by CarpiDiem)

Uno spettacolo molto divertente, ho trovato soprattutto l'ultimo atto davvero molto spassoso. Nonostante fossero solo in due, sono riusciti a riempire totalmente la scena e si rimane impressionati dalla velocità con cui i due protagonisti si cambiano d'abito per vestire i panni dei diversi personaggi. Nonostante lo spettacolo non sia lunghissimo, si rimane soddisfatti e divertiti, con le risate fintamente sguaiate di Solfrizzi che risuonano nelle orecchie anche quando ormai tutto è finito.

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