Irene sta per comprare un appartamento a Roma con il suo compagno, ma viene richiamata nella sua città natale, Rimini, per occuparsi del fratello maggiore Omar. Sua madre deve partire per approfondire delle analisi mediche, suo padre l'accompagnerà e occorre prendersi cura di un fratello autistico che ha sogni ambiziosi. Per realizzarli la sorella prova a fargli un "corso intensivo per diventare adulti" che include la scelta di salire o meno sul palco di un talent show a esibirsi e coronare così il desiderio di una vita. Nel frattempo, grazie a Omar, sarà la stessa Irene a capire molto di se stessa e di cosa voglia veramente dalla vita.
È una tenera commedia di formazione emotiva a due teste, il film che segna il debutto alla regia dell'attrice Greta Scarano.
Nel suo La vita da grandi
mette tutto il suo cuore, la dolcezza e quell'approccio irriverente al
mondo che restituisce sullo schermo attraverso la figura di Irene,
interpretata al meglio da Matilda De Angelis. Una ragazza carismatica,
dallo spirito rock e dalla battuta pronta, che ha scelto un compagno
protettivo (Adriano Pantaleo) e una vita lontana dalla famiglia. Ma il
nòstos, Omero insegna, è un viaggio inevitabile e pieno di peripezie da
cui non si può che tornare cambiati. Specie se si ritorna nella casa
abitata da un fratello speciale come Omar. Lo interpreta l'ottimo Yuri
Tuci, attore autistico scovato per caso in rete grazie al trailer del
suo spettacolo Out is me. Il ritorno di Irene nella sua vita cambierà
entrambi, tutti e due dovranno crescere e confrontarsi con "la vita da
grandi" del titolo. Ne sintetizza bene il senso Scarano che cofirma
anche la sceneggiatura, l'adultità è la capacità di fare delle scelte.
Anche sbagliate.
Folgorata dal libro di Damiano e Margherita Tercon (i Terconauti) "Mia
sorella mi rompe le balle. Una storia di autismo normale", Scarano firma
una commedia garbata che parla di sogni, legami familiari, inclusione,
ma anche chiassose cene familiari davanti al televisore, tra racconti,
incomprensioni e recriminazioni (spicca la performance di Maria Amelia
Monti, nel ruolo della madre legittimamente apprensiva). Al suo debutto
nel lungometraggio la neoregista dimostra di avere già uno stile
definito - chi aveva avuto modo di vedere il suo corto Feliz Navidad
lo sapeva - e di non aver paura di osare una storia e un tema su cui
era facile schiantarsi, sprofondando nella retorica o nel ricatto
morale. Questo film riesce a evitare entrambi, puntando tutto
sull'ironia e la verosimiglianza della messa in scena (finalmente un
cinema italiano lontano dagli agi ostentati dell'alta borghesia, che
mostra la quotidianità di famiglie "normali"), rendendo perdonabile a
chi guarda qualche ingenuità di scrittura. Tanto è coinvolgente il
racconto del legame che si rinsalda tra i due protagonisti, tra
conflitti, risate, paure e speranze condivise. Affronteranno anche il
tema cruciale per tutti i fratelli del mondo - specie per chi ha
sorelle/fratelli con handicap - del "cosa fare dopo la morte dei
genitori".
Più vicino alla commedia di formazione che al dramma esistenzialista, l'opera fluisce con un buon ritmo senza mai dimenticare il binomio efficace di cuore e umorismo, profondità e leggerezza, neanche nella scena del reality show, dove spuntano Mara Maionchi, Ferzan Ozpetek, Valerio Lundini e Malika Ayane. Oltre a sensibilizzare su temi importanti come autismo, inclusione sociale e autodeterminazione delle persone con disabilità, invitando con scanzonata leggerezza a oltrepassare ogni pregiudizio, etichetta e stereotipo di sorta, Scarano ricorda a chi guarda che la fratellanza non è un legame scontato. Si costruisce giorno dopo giorno concentrandosi sulle potenzialità dell'altro, più che sui limiti o difetti, impegnandosi reciprocamente a supportare più che a sopportare. (by myMovies.it)
Un film emozionante e davvero molto carino, recitato e girato bene. Mi sono sorpresa con gli occhi lucidi e il sorriso sulle labbra e non mi capita spesso al cinema. Matilda è fantastica, è così dentro al personaggio che ci si dimentica che sta recitando e questo, lasciatemelo dire, è quasi impossibile!!! Max afferma che se non fosse un film italiano potrebbe vincere un oscar come miglior film straniero ed io sono d'accordo! Bravissimo anche Yuri, insomma mi è piaciuto tutto di questo film, compresa l'ambientazione tra Rimini e Bologna.
Voto: 9
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