Regia di Barry Jenkins.
Un film
con Luca Marinelli, Marco Mengoni, Elisa, Elodie, Kelvin Harrison Jr..
Titolo originale: Mufasa - The Lion King.
Genere Animazione, Avventura, Drammatico,
- USA,
2024,
durata 120 minuti.
Uscita cinema giovedì 19 dicembre 2024
distribuito da Walt Disney.
Nelle Terre del Branco ogni cosa ha
il suo posto, anche una giovane leonessa come Kiara, principessa figlia
di Simba e Nala, che come unica preoccupazione ha quella dei tuoni
durante i temporali. Ed è proprio durante una notte tempestosa, quando i
suoi genitori si allontanano per dare alla luce il fratellino Kion, che
Kiara viene intrattenuta da Rafiki e dall'immancabile commento di Timon
e Pumbaa con la storia di suo nonno Mufasa e di come è diventato re.
Tutto inizia con Mufasa che è ancora un cucciolo inesperto al seguito
dei suoi genitori, Masego e Afia, mentre i tre vanno alla ricerca della
mitica Milele, la terra dell'abbondanza dove finalmente troveranno
rifugio dalla siccità.
La Disney raduna come al solito un cast stellare, per l'Italia (tra gli
altri) Luca Marinelli, Elodie, Marco Mengoni, Elisa, Stefano Fresi,
Edoardo Leo.
Dove inizia il Cerchio della Vita? Se lo chiedete alla piccola Kiara,
naturalmente con suo padre Simba e la lotta per riprendersi la guida
delle Terre del Branco; se interrogate Simba, sicuramente da suo padre
Mufasa e il viaggio per diventare il sovrano che si affaccia sulla Rupe
dei Re; se mettete alle strette i dirigenti Disney, dal vertiginoso
successo del film del 1994, a cui hanno fatto seguito due sequel per il
mercato homevideo, altrettante serie tv, un imprescindibile musical
teatrale e nel 2019 un rifacimento live action con computer grafica
fotorealistica - il Cerchio della Vita e del Botteghino, insomma, dove
tutto ciclicamente torna basti che ciclicamente continui ad incassare.
Mufasa - Il re leone è quindi solo l'ultimo punto di questa retta che curva su sé stessa, stavolta grazie e dopo il successo di Il re leone firmato da Jon Favreau (lo specialista Favreau, l'apripista Favreau, colui che con Iron Man ha dato vita al Marvel Cinematic Universe, con The Mandalorian ha ideato la prima serie tv live action della galassia di Lucas e con Il libro della giungla
del 2016 ha definitivamente sdoganato i remake fotorealistici dei
classici Disney), capace di spillare dalle sale ben 1,6 miliardi di
dollari, secondo maggior incasso per un film di animazione, battuto
solamente in questo 2024 da Inside Out 2.
Si riparte, insomma, con delle solide e remunerative certezze, stavolta
affidando la regia a quel Barry Jenkins che dall'indipendenza si è
sempre più spostato verso il centro, motu proprio soprattutto televisivo
con La ferrovia sotterranea
su Prime Video (ma occhio alle sue produzioni, sempre a battere sulle
storie e la cultura afroamericana) e ora sul grande schermo protetto dal
marchio di Topolino, a cui è stato affiancato il solito impressionante
parterre di collaboratori, produttori, doppiatori - Lin-Manuel Miranda
a scrivere, la Motion Picture Company agli effetti visivi, Aaron
Pierre, Seth Rogen, Donald Glover, Mads Mikkelsen, Thandiwe Newton e
Beyoncé (tra gli altri) a dare voce.
Rispetto al 2019, però, si entra in un campo - teorico e fattuale - più
nebuloso del mero azzardo economico, perché se c'è una cosa in cui era
incappato il film di Favreau è quella di esser stato accusato di essere quasi una riproposizione shot-by-shot, sequenza-dopo-sequenza, dell'originale di Roger Allers e Rob Minkoff,
senza avere né la capacità né la voglia di andare oltre la mera
"fotocopia" digitale - nonostante i quasi trenta minuti in più e un
senso generale di aggiustamento verso gli adulti dell'operazione.
Jenkins non ha il problema della copia conforme ma anzi vede - e ci
mostra - un'intera prateria davanti a sé.
Sfruttando le tecniche implementate negli ultimi anni dai film in
computer grafica fotorealistica realizzati dalla Disney, come il setting
umorale del film del 2019, Mufasa corre all'impazzata verso la
sua destinazione, libero com'è di sviluppare scenari, personaggi e
momenti che si discostano il giusto da quanto già visto nella saga del
Cerchio della Vita. Jenkins alterna panoramiche e handycam, deserti e
montagne, inondazioni e bufere, tenendo quasi a freno la colonna sonora
di Dave Metzger (e i momenti musicali di Miranda) per un più realistico commento ambientale fatto di ruggiti e lotte ferine.
Ecco, se a Favreau si poteva dire di essere rimasto schiacciato
dall'ingombrante monolite del '94, Jenkins forse ha spostato troppo
l'asticella verso il realismo perdendo di vista il simbolo, la figura,
lo schizzo - e quindi la capacità spettacolare di penetrare
l'immaginario collettivo. Dall'altro lato, però, Mufasa è una
delle operazioni Disney più centrate degli ultimi anni, capace di
scansare ogni attacco woke e maga grazie ad una storia che affonda le
sue pulsioni narrative nel mito shakespeariano e biblico, con i soliti -
per la saga - grumi di fatalismo, rivalità e predestinazione. Il
Cerchio della Vita continua. Quello del Botteghino, chissà. (by MyMovies.it)
Per chi ha amato alla follia il primo Re Leone, è impossibile perdere questo film, anche solo per rivivere l'incanto di quella ambientazione, ma attenzione a non fare paragoni, perchè è completamente diverso lo stile e la storia sembra sempre quella anche se in realtà si tratta di un prequel. Però i panorami mozzafiato, le tecniche utilizzate mi hanno lasciato a bocca aperta... è una gioia per gli occhi. Avrei amato l'inserimento di qualche musica 'iconica' del primo, e proprio per questo ilo mio voto sarà un pelo più basso.
Voto: 7,5