lunedì 16 giugno 2025

Karate Kid - Legends

Regia di Jonathan Entwistle. Un film con Ralph Macchio, Jackie Chan, Ben Wang [II], Joshua Jackson, Shaunette Renée Wilson. Cast completo Titolo originale: Karate Kid: Legends. Genere Azione, Drammatico, - USA, 2025, durata 94 minuti. Uscita cinema giovedì 5 giugno 2025 distribuito da Eagle Pictures

In seguito alla tragica morte del fratello, Li Fong deve lasciare la scuola di kung fu a Pechino, dove è una giovane promessa, per trasferirsi a New York con la madre che ha trovato lavoro come dottoressa in un ospedale. Una sera entra dentro il locale "Victory Pizza" gestito da Victor, un tempo ottimo pugile e ora è perseguitato dal suo strozzino, dove conosce sua figlia Mia. La ragazza frequenta la sua stessa scuola ed è l'unica persona con cui stringe amicizia. Mentre si trova con lei in metropolitana, viene colpito a tradimento da Conor, il suo ex, campione di karate in match spesso clandestini. La madre gli ha esplicitamente vietato di tornare a combattere e lo ha messo nelle mani di un tutor coetaneo, Alan, per farlo studiare.

Lui però ha altri piani. Prima aiuta Victor, che vuole tornare sul ring per combattere e saldare così i suoi debiti, insegnandogli le tecniche delle arti marziali e poi decide di partecipare al grande torneo 5 Buroughs dove è strafavorito Conor. Per farlo combattere al meglio delle sue possibilità e ribaltare i pronostici, accorre in suo aiuto il suo maestro Mr.Han che si rivolge a sua volta a Daniel LaRusso, il primo 'karate kid'.

"Due rami dello stesso albero". In Karate Kid II il maestro Miyagi fa vedere a Daniel gli antenati e gli spiega la connessione tra il suo tipo di karate e il kung fu praticato in Cina.

Il frammento di quel film del 1986, è all'inizio del reboot Karate Kid - Legends e mostra, contemporaneamente, sia il legame con gli altri cinque film del franchise sia la necessità di rinnovarsi per rendere questa storia universale anche a un pubblico più giovane che probabilmente conosce già Ralph Macchio e William Zabka, per averli visti nella serie Cobra Kai nei celebri ruoli di Daniel LaRusso e il suo avversario Johnny Lawrence.

Dal precedente titolo della saga, The Karate Kid - La leggenda continua ritorna invece Jackie Chan nei panni di Mr. Han. Rispetto a quel film, che segue un percorso geografico inverso a questo (da Detroit alla Cina) il suo personaggio è più in ombra e infatti il risultato ne risente soprattutto nella parte dedicata alla preparazione al combattimento, anche estenuante ma affascinante, che è insieme fisico e mentale. Karate Kids - Legends non lavora nella testa della star Disney Ben Wang come aveva fatto prima con Ralph Macchio e poi, con esiti più che soddisfacenti, anche con Jaden Smith nel film del 2010 diretto da Harald Zwart. Inoltre sono proprio i duetti tra Chan e Macchio la parte più coinvolgente del film, quella in cui si accende la sfida tra Li Fong e Conor ambientata sulla cima di un grattacielo sopra Manhattan.

Quando Karate Kids - Legends resta in linea con la struttura dell'action sportivo, l'intrattenimento è comunque assicurato. Più esagitato è invece lo stile videoclip, con l'uso di split-screen, ralenti e montaggio alternato che associa due momenti diversi della sua vita in cui il protagonista è bloccato dalla paura e non riesce a intervenire. In queste improvvise accelerazioni, a risentirne è soprattutto la caratterizzazione dei personaggi, che invece hanno bisogno di un loro tempo (come hanno dimostrato i primi due film della saga diretti da John G. Avildsen) per emergere e per farsi conoscere dallo spettatore.

Tutta la parte dedicata alla preparazione all'incontro di Victor, che ha il volto di Joshua Jackson, all'incontro di boxe è di troppo non perché è costruita male ma perché toglie invece spazio a quella tensione interna di Li Fong che sarebbe dovuta restare comunque centrale per tutta la durata del film.

Jonathan Entwistle, al suo primo lungometraggio, cerca una variazione adolescenziale rispetto ai protagonisti delle serie The End of the F***ing World (di cui è stato produttore e regista di cinque episodi) e soprattutto I Am Not Okay With This che ha creato assieme a Christy Hall. L'intento probabilmente era più ambizioso rispetto all'esito finale. Il nuovo Karate Kid non è supereroe (anche se viene citato Peter Parker) né normale e più umano ma solo una versione un po' più anonima di quelli che lo hanno preceduto.(by MyMovies.it)

Se non vi piace Karate Kid, andate oltre!!! Qui troverete solo un parere di una appassionata di Karate Kid, che andò al cinema a vedere il primo della saga con le sue amiche una domenica pomeriggio di tantissimi anni fa... e quando il film parte con alcune scene in cui il giovane Daniel La Russo fa capolino, io sono già in brodo di giuggiole. Certo che Ralph Macchio ha proprio fatto un patto col diavolo... sono passati 40 anni, ma forse per la sua presenza nella serie Cobra Kai (imperdibile per i fan del genere...) risulta ancora centratissimo nel suo ruolo di sensei. E vogliamo parlare della scena finale e sorpresa??? Che peccato che Johnny non abbia partecipato più attivamente al film... sarà per il prossimo??? Lo spero!

Voto: 10 (il 2,5 di MyMovies è troppo severo come giudizio 😅) 

N.B. Non sono nemmeno d'accordo con la critica sulla presenza del personaggio di Victor, ritrovare il protagonista di Fringe nei panni di un Rocky fuori forma, è stato bello... io l'ho apprezzato, perchè ha dato modo al protagonista di questo film di riavvicinarsi ad uno sport che indirettamente aveva portato alla morte del fratello ed aveva scatenato il suo allontanamento da una disciplina che non dovrebbe avere niente a che fare con la violenza gratuita!  

 

Lilo & Stitch (2025)

Regia di Dean Fleischer-Camp. Un film Da vedere 2025 con Maia Kealoha, Chris Sanders, Sydney Agudong, Zach Galifianakis, Billy Magnussen. Cast completo Titolo originale: Lilo & Stitch. Genere Avventura, Azione, - USA, 2025, durata 108 minuti. Uscita cinema mercoledì 21 maggio 2025 distribuito da Walt Disney.

Una solitaria bambina hawaiana di nome Lilo, sorellina di Nani, stringe un forte legame di amicizia con un alieno a cui dà il nome Stitch credendo si tratti di un cane. In realtà l'esperimento 626 è stato creato dallo strambo scienziato Jumba Jookiba come arma di distruzione. Ora che Stitch è giunto sulla terra per sfuggire al controllo del suo creatore dovrà vedersela sia con gli umani che con gli alieni che lo inseguono.

Disney prosegue il progetto di portare sul grande schermo, in live action, i suoi classici di animazione. Questo remake di Lilo & Stitch del 2002 risulta essere uno dei più convincenti.

Sarà la forza innovativa della storia già presente nell'originale animato, sarà la visione del regista Dean Fleischer Camp, già autore dello splendido lavoro in stop motion Marcel the Shell, sarà la scelta azzeccata delle interpreti delle due sorelle protagoniste, fatto sta che Lilo & Stitch in versione live action funziona soprattutto perché ancorato in un certo modo alla realtà. Certo c'è tutta la parte fantascientifica con Stitch che, in realtà, non ha un nome ma un codice - Esperimento 626 - che viene dal pianeta Turo, dove è stato creato per fare solo danni dallo scienziato pazzo Jumba Jookiba ed è in procinto di essere 'alienato' dalla Presidentessa (così nella versione italiana) della Federazione delle Galassie Unite. È insomma un alieno emarginato dalla sua comunità che, in fuga sulla terra, trova una famiglia un po' "scassata", con Lilo Pelekai che, dopo la tragica scomparsa dei genitori, vive con la sorella appena maggiorenne Nani. Lilo, sei anni, accoglierà quello che le sembra un cane anche se blu, dandogli il nome di Stitch e tenendolo in casa contro il volere della sorella che ha già un bel da fare con gli assistenti sociali pronti a valutare, negativamente, il loro vivere da sole.

Come nell'originale, la forza del racconto contemporaneo trova piena soddisfazione nell'ambientazione delle isole Hawaii che, nell'immaginario collettivo, richiamano gli echi di una cultura atavica, ora diventata troppo turistica (ma Lilo sa come approfittarsene 'squattando' nei lussuosi resort dove utilizza a sbafo i servizi), senza rinunciare a ricordare anche i miti più moderni come Elvis Presley che è stato un cantore e un interprete di quelle isole. C'è dunque un interessante commistione di passato, presente e futuro nella sceneggiatura di Chris Kekaniokalani Bright e Mike Van Waes che hanno all'attivo, curiosamente, solo un pugno di copioni. Su queste tre assi temporali e sugli elementi della natura delle Hawaii, in primis l'Oceano, si muove la regia di Dean Fleischer Camp che tiene insieme una messa in scena spesso vorticosa, per via del comportamento dell'irrefrenabile Stitch, ma anche per la creazione di complessi portali temporali utilizzati dai due antagonisti della storia, Pleakley e Jumba infiltrati sulla terra per riprendersi la creatura dispettosa. La scelta per i loro personaggi di due attori ben attrezzati, anche nella commedia, come Billy Magnussen e Zach Galifianakis risulta vincente per i tempi comici della strana coppia così come la scoperta della giovanissima protagonista Maia Kealoh, autoctona proprio come la sorella, interpretata da Sydney Agudong, dà verità e fluidità a tutta la storia.

In questa dimensione di accordo e di rispetto con il luogo che ospita la vicenda, ecco che il concetto di 'ohana', che nella cultura hawaiana significa 'famiglia' in senso esteso, diventa il fulcro di tutta la seconda parte del film declinato splendidamente, come nella più classica tradizione Disney, con l'affermazione dei buoni sentimenti che, alla fine, hanno sempre la meglio sulle avversità della vita qui rappresentate, in alcuni momenti, con un livello di drammaticità abbastanza inusuale. Perché è sempre il tempo di un film Disney in cui (ri)affermare un messaggio di inclusività e di pace che è naturale, e per questo mai stucchevole. (by MyMovies.it)

Non sono una fan del live action ma devo dire che questo è risultato davvero molto bene... ci si dimentica immediatamente che si sta guardando un 'live action' e questo dal mio punto di vista è molto positivo. Anche i personaggi di contorno, più o meno caricaturali, sono risultati un ottimo riempitivo, donando una freschezza insperata ad una storia che non ha nulla di nuovo. Molto bello anche il personaggio della sorella...

Voto: 8 

 

Grankenstein Jr. - Il Musical

“Si-può-fare!”, “Rimetta a posto la candela”, “Gobba? Quale Gobba?”, “Lupo ululì e castello ululà”, “Potrebbe andare peggio… potrebbe piovere”, sono solo alcune delle esilaranti battute entrate nella storia grazie al film cult Frankenstein Junior, dal quale proprio lo stesso regista, Mel Brooks, ha tratto l’omonimo musical, fedele trasposizione della realtà cinematografica, dove le atmosfere gotiche fanno da sfondo ai tantissimi momenti di irresistibile comicità, arricchite da delle mirabolanti musiche e canzoni
in puro stile Broadway.

La Compagnia Teatrale I Saltafoss, reduce dal grande successo di “Happy Days – Il Musical”, porta in scena un altro spettacolo tratto da un film entrato nei cuori di numerose generazioni, a cinquant’anni dalla sua prima uscita nei cinema italiani.

La produzione si avvale della licenza ufficiale MTI con un cast composto da oltre 30 artisti tra attori, cantanti e ballerini. Le liriche sono tutte in italiano tranne l’indimenticabile “Puttin’ on the Ritz” e sono eseguite rigorosamente dal vivo.

Frederick Frankenstein (o Frankenst-in, come intende farsi chiamare inizialmente il protagonista rinnegando le sue origini), Igor, Inga, Elizabeth, Frau Blücher, l’ispettore Kemp e naturalmente… la Creatura, sono i principali e indimenticabili personaggi che garantiscono 2 ore di sicuro divertimento e vi aspettano a teatro per farvi morire (e resuscitare) dalle risate! (dal sito del Teatro Nazionale di Milano)

Una delle rappresentazioni teatrali più divertenti che i possano vedere, che se interpretate magistralmente come in questo caso, ti lasciono il sorriso sulle labbra all'uscita da teatro e la voglia di non far passare troppo tempo prima di rivederlo ancora...

Costanza e buoni propositi

di Alessia Gazzola

Tutto avrebbe pensato, ma non di fare la paleopatologa dopo la laurea in Medicina. Non di vivere a Verona, così distante da Messina, la sua casa. Non di avere una figlia piccola a carico, la buffa Flora. Non di rintracciare il padre della suddetta figlia dopo diversi anni, di trovarlo affascinante come quando l’aveva conosciuto e di scoprirlo perfetto con Flora. Non di provare ancora qualcosa per il suddetto padre. Non di poter vantare una discreta collezione di situazioni ed esperienze imbarazzanti. La vita di Costanza Macallè può dirsi, insomma, abbastanza travagliata. Eppure la trentenne dai capelli rossi ribelli e con il cappotto troppo leggero per l’inverno del Nord può contare su pochi ma buonissimi assi nella manica: i colleghi dell’Istituto di Paleopatologia, la sorella Antonietta, un’innata capacità di rial­zarsi a ogni caduta, la consapevolezza di poter contare sulle proprie forze e l’ostinata determinazione di chi sa cavarsela anche con poco. Perché l’importante è avere sempre buoni propositi.
La nuova vita che Costanza ha appena iniziato a costruire potrebbe, però, essere sul punto di cambiare un’altra volta, e Costanza dovrà confrontarsi con importanti decisioni da prendere, cuori poco inclini ad ascoltare il cervello e un sito archeologico milanese che porta alla luce un incredibile mistero dal passato medievale della città. E soprattutto con la possibilità che, in fondo, quei buoni propositi siano solo illusioni. (by Amazon.it)

Nonostante si possa pensare che la vita di Costanza non possa prendere strade sorprendenti, in primis per non allontanare Flora dal padre ritrovato, l'autrice trova sempre un modo per non porre la vita di questo medico in secondo piano. Le sue aspirazioni vanno di pari passo con il benessere di sua figlia, senza che uno di questi aspetti prevalga più del dovuto sull'altro. Sono curiosa di leggere il terzo romanzo per capire come andrà la nuova esperienza lavorativa di Costanza, anche se un po' mi dispiace che lasci il mondo della paleopatologia... ma chissà, la Gazzola potrebbe sorprenderci con effetti speciali...  

L'alba sulla mietitura. Hunger Games

di Suzanne Collins

All’alba dei cinquantesimi Hunger Games, i distretti di Panem sono in preda al panico. Quest’anno, infatti, per l’Edizione della Memoria, verrà sottratto alle famiglie un numero doppio di tributi rispetto al solito. Intanto, nel Distretto 12, Haymitch Abernathy cerca di non pensarci troppo, l’unica cosa che gli interessa è arrivare vivo a fine giornata e stare con la ragazza che ama. Quando viene chiamato il suo nome, però, il ragazzo vede infrangersi tutti i suoi sogni. Strappato alla sua famiglia e ai suoi affetti, viene portato a Capitol City con gli altri tre tributi del Distretto 12: una ragazza che per lui è quasi una sorella, un esperto in scommesse e la ragazza più presuntuosa della città. Non appena gli Hunger Games hanno inizio, Haymitch comprende che tutto è stato predisposto per farlo fallire. Eppure qualcosa in lui preme per combattere... e far sì che la lotta si estenda ben oltre l’arena. (by Amazon.it)

Ho trovato la storia di Haymitch molto interessante, non so se la Collins avesse già nel cassetto la sua storia o se il personaggio di Haymitch sia nato in seguito alla trilogia degli Hunger Games. Ma poco importa, perchè una volta terminato questo romanzo il personaggio del mentore di Katniss risulta molto più comprensibile, perchè vincere gli Hunger Games non è mai una vera vittoria!!! 

Prima regola non innamorarsi

di Felicia Kingsley

Silvye ha ventisette anni, una madre asfissiante e sogna solo una vita normale, con un lavoro normale. Ma la verità è che la sua vita è tutto meno che normale perché… è una truffatrice. Sì, una truffatrice, figlia di una truffatrice che l’ha istruita alla perfezione nell’arte del furto e dell’inganno. Ci sono solo due cose che Silvye non deve fare: mangiare carboidrati e innamorarsi. A lei, le regole proprio non piacciono: ok vivere senza innamorarsi, ma non senza carboidrati!
C’è invece una persona a cui le regole piacciono moltissimo: Nick Montecristo, affascinante ladro-gentiluomo e astuto genio dell’arte. È un abile stratega, impermeabile ai sentimenti, e non ha mai fallito un solo incarico.
Nick e Silvye sono i prescelti da un ricco ed eccentrico collezionista, per mettere a segno un colpo sensazionale. Peccato che i due si detestino e abbiano qualche conto in sospeso da regolare. Lei è fuoco, lui è ghiaccio. Impensabile lavorare insieme, impossibile dire di no al colpo. Riusciranno Nick e Silvye a passare da rivali a complici, ed evitare che una fastidiosa quanto imprevista attrazione tra loro complichi le cose? Ma sì, in fondo sono due professionisti, basterà rispettare una sola regola…(by Amazon.it)

Ci sono romanzi che mangi come patatine, che sono talmente leggeri e divertenti che quando finiscono ti dispiace un sacco... trovo che questa autrice riesca proprio a creare opere di questo tipo, dove anche se la trama è abbastanza scontata, in realtà si è sempre un po' curiosi di capire che direzione prenderà la storia. La capacità di sorprendere il lettore è una dote da non sottovalutare e questa giovane autrice la possiede. Ho letto già alcuni suoi romanzi, e sono uno diverso dall'altro, come argomenti ed ambientazioni, toccando in modo leggero e scanzonato argomenti diversissimi tra loro. In questo, dove il rapporto tra i due ladri è l'aspetto principale, si percepisce un pizzico di mistero, forse l'autrice, come la sottioscritta ama i romanzi di Dan Brown ed il ritrovarsi in mezzo ad opere d'arte è sempre bello... 

  

giovedì 22 maggio 2025

Serenata a Napoli

Il primo spettacolo teatrale di Serena Rossi è fatto di musica e parole, tutte dedicate a Napoli.

Così cantava Partenope, che provava un dolore dolce. La sua voce era una freccia che colpì il mio cuore.

Napoli è una sirena, Partenope che si lasciò morire per non essere riuscita ad incantare Ulisse.
Una creatura mitologica che rinuncia alla vita per un amore mortale.
Napoli è nata sotto il segno della musica.
Napoli è femmina.
Adorata e uccisa.
Amata e odiata.

In questo spettacolo teatrale i racconti e la musica sono stretti come amanti. Una canzone apre una storia che riporta ad una musica, che rimanda ad una leggenda, che arriva ad una ninna nanna. Al centro la città più misteriosa del mondo, che ha confuso anche le sirene, che ha una sua filosofia, un suo immaginario, una sua religione.

A Napoli Serena Rossi dedica la sua serenata. Per conquistare la sua città le canta le canzoni della sua infanzia, di quella terra tellurica stretta tra il Vesuvio e il mare. Fa rivivere le voci dei vicoli, i canti e le feste, intreccia racconti e melodie per cogliere l’essenza immortale di una città che vibra di storia e mistero. (dal sito del Teatro Duse di Bologna)

Serena Rossi è spettacolare!!! Bravissima cantante, simpatica, comunicativa e bellissima... uno spettacolo coinvolgente che parla di Napoli ai Napoletani e non solo, che ci fa sentire tutti italiani, tutti uguali anche se forse alcune parole dialettali non tutti sono in grado di capirle. Ma non importa, perchè basta ascoltare col cuore e guardare la bellezza che sta sul palco per capire il significato delle canzoni, che comunque vengono spiegate perfettamente da una Serena che ci accomapagna per mano lungo questo meraviglioso viaggio... Serena, noi siamo qua... ti aspettiamo per un altro viaggio, ovunque tu ci voglia portare e... se proprio non sai cosa combinare, ricordati che non sei solo Mina Settembre, Carmen Catalano in 'Un Posto Al Sole' è ancora nei nostri cuori...

Voto: 8

 

Mission Impossible - The Final Reckoning

Regia di Christopher McQuarrie. Un film Da vedere 2025 con Tom Cruise, Hayley Atwell, Ving Rhames, Simon Pegg, Vanessa Kirby. Cast completo Genere Azione, - USA, 2025, durata 165 minuti. Uscita cinema giovedì 22 maggio 2025 distribuito da Eagle Pictures

La fine del mondo è vicina ma Ethan Hunt non è lontano e riparte da dove aveva lasciato. Recuperata una preziosa chiave crociata, deve raggiungere adesso il Sevastopol, un sottomarino nucleare russo, distrutto dall'Intelligenza Artificiale, che giace sotto la calotta polare. La chiave gli permetterà di recuperare il 'codice sorgente' dell'IA e di disinnescarla. Ormai autonoma e 'cosciente', l'Entità accede a qualsiasi sistema operativo, manipola fatti, dati e persone ed è determinata a sterminare la razza umana. Mentre Hunt cerca una soluzione, l'IA prende progressivamente il controllo delle armi di distruzione di massa. Il tempo stringe, non resta che correre. Ancora e ancora.

Dopo aver salvato il cinema, Tom Cruise salva il mondo. Non stiamo esagerando, perché la sua nuova missione impossibile manifesta un (buon) senso di onnipotenza.

L'Entità vuole spingere l'umanità e i governi del mondo verso un'apocalisse nucleare, l'ultima linea di difesa sono naturalmente Ethan Hunt e il suo team. Dopo un'introduzione che ripercorre in montaggio parallelo i fondamentali della saga lanciata trent'anni fa, a partire dalla serie televisiva di Bruce Geller, Mission: Impossible - The Final Reckoning assume il peso della gravità, intesa come condizione e come forza che tiene il film incollato a terra. Per i primi cinquanta minuti, almeno, in cui respiriamo un'atmosfera da fine del mondo, che fa rima con la possibile fine della saga. La nota è funebre e in risonanza con gli eventi attuali: pericolo nucleare, democrazia minacciata...

Poi la musica cambia e il film decolla letteralmente col nostro eroe, preso in consegna da un elicottero militare e portato laddove si deciderà il suo destino e quello del mondo. Conosciamo la musica (pam pam, pam pam pam pam, pam pam pam pam) e la meccanica della saga, come Tom Cruise non rallenta e rilancia obbedendo alla logica collaudata e irrealistica dei film d'azione. Una tenacia pavloviana eretta a sistema da un attore che sfida ancora la morte e alza la posta in gioco, narrativa ed emozionale, convocando i precedenti capitoli ed esplorando a fondo il suo legame con Ethan Hunt.

Perché mai come in Mission: Impossible personaggio e uomo coincidono. Isolati dal sistema, è a loro che i servizi segreti come Hollywood ricorrono per garantire la longevità del pianeta o del cinema. E alla chiamata nessuna delle due star può resistere, offrendo lo struggente spettacolo di sé in due movimenti prodigiosi che rendono obbligatorio vedere The Final Reckoning sul grande schermo.

E convincerci ad acquistare un biglietto per la sala è sempre stata la vera missione di Tom Cruise e Christopher McQuarrie, che con la sequenza acquatica, variante della leggendaria 'discesa' di Hunt nel caveau della CIA, tocca il cuore del suo progetto estetico.

Autore e attore si immergono in profondità per raggiungere il relitto di un sottomarino e per concludere il loro progetto 'in silenzio' e lontano dal fracasso dei blockbuster. Venti minuti di cinema muto, di geometrie sofisticate, di suspense e di sospensione dove lavora una forma di azione quasi astratta, una sorta di logica onirica che culla Hunt e insinua la monumentalità del film.

Se Hunt va alla sorgente dell'IA, McQuarrie va all'origine del suo agente, spogliato della muta e con il corpo come unica dotazione. E quello di Cruise è sempre stato un corpo da ammirare, ieri e oggi mentre risale in superficie e conclude una 'corsa indietro', rannicchiandosi in posizione fetale, nudo, separato, forse morto ma di nuovo vivo nella sequenza aerea. Un inseguimento in biplano che segna una sorta di punto limite dello stunt di Cruise, dove i riferimenti spaziali si dissolvono gradualmente e lo sguardo dello spettatore non riesce più a comprendere la logica spaziale se non ancorandosi alla presenza del divo al centro dell'inquadratura.

Tom Cruise ribadisce sullo schermo la tangibilità del suo corpo, anche se questo significa deformarlo e imbruttirlo quando il vento gli spazza la faccia in alta quota o quando le profondità dell'oceano gli provocano tremori e spasmi muscolari. Il mondo oppone la sua resistenza al corpo dell'attore che non solo salta, corre, si batte, fa degli ostacoli un'arma e degli oggetti ordinari qualunque cosa ma salta sempre più in alto, corre ancora più forte, cade da un cielo ancora più grande per dire il suo sogno folle: prima degli algoritmi, dei droni, dell'IA, un uomo aveva già esplorato tutto e in tutte le direzioni, conquistato l'intero mondo avanzando, l'azione più pura all'origine del cinema (slapstick).

Correndo, Tom Cruise ci riporta ogni volta al mondo dell'infanzia, quando sentivamo il corpo, più cinegenico di un magma blu. Affamato di analogico, e in linea con un metodo promozionale che ha dato i suoi frutti con le acrobazie dell'attore, The Final Reckoning torna all'essenziale. Quello che conta, che è sempre contato, è la gravità e il fatto di trascrivere le sue conseguenze sulla silhouette di Ethan Hunt, negli abissi o tra le nuvole.(by MyMovies.it)

Quando c'è Tom al cinema io non riesco a resistere, è sempre stato così e probabilmente lo sarà fino alla fine dei miei giorni o dei suoi... Abbiamo rivisto la prima parte il giorno prima di andare a questa ennesima Premiere, presso il nostro cinema preferito, il Victoria Cinema di Modena (tanto per non fare pubblicità ad un cinema che non ne ha proprio bisogno...): mossa vincente perchè la seconda parte inizia esattamente dove aveva lasciato la prima, in un susseguirsi di scene spettacolari intramezzate da discorsi filosofici sul 'sacrificio di pochi per il bene di molti'. La mia scena preferita forse è quella che si svolge all'interno del sottomarino... siamo abituati da sempre a vedere Tom alle prese con l'aria, vederlo negli abissi è stato interessante ed inedito. In questa seconda parte le scene esilaranti sono state poche, la gravità della situazione non lo consentiva, la minaccia di una distruzione globale permette poco margine a battute sarcastiche, ma... la fine di Gabriel vale mille battute e non aggiungo altro per non spoilerare troppo!!! Ci sarà ancora un Mission Impossible? Da quelllo che si legge, dalle dichiarazioni delle stesso Tom sembra di no, ma la fine del film ci lascia un interrogativo nel cuore e nella mente: nessuno dovrebbe possedere il potere di una intelligenza artificiale che per poco non ha distrutto l'intero pianeta, ma un uomo adesso lo possiede, e si tratta pur sempre di un uomo... 

Voto: 10 (poteva essere diversamente??? 😀)

 

 

lunedì 12 maggio 2025

Questione di Costanza

di Alessia Gazzola

"Verona non è la mia città. E la paleopatologia non è il mio mestiere. Eppure, eccomi qua. Com’è potuto succedere, proprio a me? Mi chiamo Costanza Macallè e sull’aereo che mi sta portando dalla Sicilia alla città del Veneto dove già abita mia sorella, Antonietta, non viaggio da sola. Con me c’è l’essere cui tengo di più al mondo, sedici chili di delizia e tormento che rispondono al nome di Flora. Mia figlia è tutto il mio mondo, anche perché siamo soltanto io e lei... Lo so, lo so, ma è una storia complicata. Comunque, ce la posso fare: in fondo, devo resistere soltanto un anno. È questa la durata del contratto con l’istituto di Paleopatologia di Verona, e io – che mi sono specializzata in Anatomia patologica e tutto volevo fare tranne che dissotterrare vecchie ossa, spidocchiare antiche trecce e analizzare resti centenari – mi devo adattare, in attesa di trovare il lavoro dei sogni in Inghilterra. Ma, come sempre, la vita ha altri programmi per me. Così, mentre cerco di ambientarmi in questo nebbioso e gelido inverno veronese, devo anche rassegnarmi al fatto che ci sono delle scelte che ho rimandato per troppo tempo. Ed è giunto il momento di farle. In fondo, che ci vuole? È questione di coraggio, è questione di intraprendenza... E, me lo dico sempre, è questione di Costanza." (by Amazon.it)

Ho riletto questo libro perchè non me lo ricordavo affatto e non lo avevo nemmeno recensito in qeusto blog. Dop aver visto la serie tv ad esso ispirato, ero curiosa di vedere quante differenze ci fossero e in effetti ce ne sono un bel po', sia nella storia personale di Costanza che nella storia 'storica' seguita dal proffessor Melchiorre presso il quale Costanza lavora. Ma ci sta, non rende meno godevoli nè l'uno, nè l'altro, bisogna capire che la trasposizione di un romanzo in una serie tv deve per forza effettuare dei cambiamenti e non è detto che siano negativi... Ma parliamo del romanzo: la scrittura piacevole e scorrevole della Gazzola, rende i suoi romanzi, tutti quelli che ho letto fino ad ora... rilassanti e le pagine scorrono veloci senza intoppi. In questo caso, in particolare, dove vengono raccontate 'due storie al prezzo di una', il passaggio dall'una all'altra è molto piacevole. Leggerò presto il secondo... perchè sono curiosa di vedere come prosegurà la vita della siciliana Costanza in quei di Verona! 

Per chi ha visto la serie TV ecco alcune cose diverse presenti nel libro:

  • Marco vive a Milano, dove fa l'architetto e convive con Federica
  • Marco ha una madre malata che suona il piano e che ha trasmesso questa arte ai figli
  • Costanza ha un padre ed un fratello disabile che vivono a Messina, ai quali è molto legata, come lo è alla sorella che vive a Verona e che l'ha accolta
  • Costanza odia il lavoro a Verona ed il suo sogno è quello di trasferirsi a Londra con la piccola Flora che ha 3 anni
  • Costanza trova Marco perchè una volta giunta a Verona decide di rintracciarlo tramite un investigatore privato.
  • Costanza non ha nessuna relazione con un collega di lavoro.
  • Biancofiore e Selvaggia sono due sorellastre figlie di Federico II. 
  • Biancofiore rimane gravementge ferita cadendo da cavallo pentre insieme a Selvaggia volevano andare a trovare il fratello di Selvaggia recluso in Puglia poco lontano dalla residenza in cui risiedevano le ragazze con il padre. In seguito a questa caduta, Biancofiore non sarà mai più in grado di camminare correttmanete e non potrà avere figli, motivo per il quale non viene data in sposa a nessuno.
  • Biancofiore si innamora di Aldegar che viene ucciso dal marito 'terribile' di Selvaggia, Ezzellino, durante una battuta di caccia.
  • Biancofiore si taglia la treccia che verrà seppellita insieme ad Aldgar, dopo di che parte per un monastero in Francia dove finirà la sua vita.
  • Selvaggia morirà durante il secondo aborto a 6 anni dal suo matrimonio con Ezzellino, che nonostante abbia avuto diverse mogli, non ha avuto eredi.

 

lunedì 5 maggio 2025

Miss Bee e il fantasma dell'ambasciata

di Alessia Gazzola

Londra, 1925. Per impedirle di combinare ulteriori guai, Leonida Bernabò individua finalmente la sistemazione ideale per la vivace e scapestrata secondogenita Beatrice: un solido impiego presso l’ambasciata italiana.
Miss Bee si trova dunque a barcamenarsi fra impegni segretariali ed eventi prestigiosi, come il ricevimento in onore di una delegazione proveniente proprio da Firenze, la città natia dei Bernabò.
Il direttore degli Uffizi e la sua collega archeologa vengono accolti insieme a Edoardo, il figlio dell’ambasciatore italiano, con la fidanzata, Elisa. Non mancano neppure il visconte Julian Lennox – verso il quale Beatrice prova ancora sentimenti più travolgenti di quanto vorrebbe – e la sua promessa sposa Lady Octavia.
Ma nei giorni e soprattutto nelle notti successive, in ambasciata accadono fenomeni strani e spaventosi: rumori improvvisi, sussurri nel buio e presenze inquietanti. L’unica spiegazione parrebbe quella più implausibile: un fantasma.
Le cose tuttavia si aggravano, tanto da rendere necessario l’intervento della polizia nella persona dell’ispettore capo Archer Blackburn, vecchia e intrigante conoscenza di Beatrice.
Ma esiste davvero il fantasma dell’ambasciata? O è all’opera qualche forza di natura ben più concreta e minacciosa?
Contrariamente a quanto avrebbe auspicato papà Bernabò, tra amori e tremori sta proprio a Miss Bee scoprirlo. (by Amazon.it)

Ancora una volta, suo malgrado, Beatrice si trova coinvolta in avvenimenti che non la riguardano di persona, però il suo contributo alle indagini diventa fondamentale e l'ispettore capo Blackburn sembra tenerla sempre di più in considerazione. Ma avere a che fare con persone potenti è pericoloso ed al termine del romanzo la nostra protagonista sembra destinata a tornare con la famiglia intera in Italia, dove la situazione non è delle migliori per chi, come loro, non simpatizza molto col fascismo. Ed ecco che sarà l'ispettore capo a sorprenderci con una proposta 'scioccante', che inaspettatamente viene accettata, quindi ora sono troppo curiosa di vedere come Alessia deciderà di proseguire con la storia, perchè DEVE esserci un seguito!!! A presto Miss Bee, anzi no, Mrs Blackburn 😊

 

Thunderbolts*

Regia di Jake Schreier. Un film Da vedere 2025 con Florence Pugh, Sebastian Stan, Wyatt Russell, Olga Kurylenko, Lewis Pullman. Cast completo Titolo originale: Thunderbolts. Genere Azione, - USA, 2025, durata 126 minuti. Uscita cinema mercoledì 30 aprile 2025 distribuito da Walt Disney.

Yelena Belova, addestrata nel brutale programma della Stanza Rossa per diventare una Vedova, vive ormai in uno stato di profonda apatia. Continua a svolgere i lavori per cui è stata preparata - operazioni clandestine per conto di Valentina Allegra de Fontaine - ma senza vera convinzione. Dopo una visita al suo padre putativo, Alexei Shostakov (alias Red Guardian), decide di portare a termine un'ultima missione prima di dedicarsi a un incarico più tranquillo. Tuttavia, in questa operazione finisce in trappola, insieme ad altri agenti: Ghost, Taskmaster e John Walker. Mentre si scontrano tra loro, i quattro si rendono conto di non essere soli. Nel complesso in cui sono stati inviati si trova anche Bob, un uomo affetto da amnesia che sembra incapace di ricordare il motivo per cui è lì o come uscirne. A prima vista non appare come un pericoloso agente, ma quando tocca gli altri, questi rivivono le visioni dei momenti più traumatici delle loro vite.

Thunderbolts* non è forse solo il primo film con un asterisco a fine titolo, ma anche una scommessa audace: un film sui supereroi minori che affronta il mal di vivere.

Alla mancanza di uno scopo nella vita, all'incapacità di costruire relazioni importanti, alla difficoltà di superare i propri traumi, è dedicato questo blockbuster decisamente insolito, che guarda in parte ai film degli Avengers ma soprattutto a Essere John Malkovich. I protagonisti di Thunderbolts* sono del resto un gruppo di supermercenari che non hanno però grandi poteri, mentre la minaccia che devono affrontare è "più potente di tutti gli Avengers". Non è con le pistole o i cazzotti che possono uscirne, quindi il film fa qualcosa che non è affatto insolito nei fumetti e che torna dalle parti di Wandavision e Doctor Strange nel multiverso della follia, ossia una sorta di seduta di psicoterapia. Se nel caso del film di Sam Raimi si passava però comunque per degli scontri a colpi di incantesimi e altro, in Thunderbolts* Jake Schreier mette i suoi antieroi di fronte a quello che Yelena chiama "un sistema interconnesso di stanze della vergogna".

Questo permette a Schreier di fare quello che sa fare meglio: giocare sulle allucinazioni e gli effetti speciali analogici, mettendo i personaggi di fronte ad ambienti surreali dalle prospettive impossibili, dove tutto è legato a dolorosi ricordi - che possono però diventare anche situazioni assurde e comiche. Per esempio il gruppo se la dovrà vedere con un momento imbarazzante della vita del loro antagonista, in cui si vestiva da pollo e agitava un cartello pubblicitario per lavoro - mentre era strafatto.

Naturalmente il gusto per la commedia bizzarra in stile A24, già annunciato in uno dei trailer del film, non arriva al punto da snaturare la rodatissima formula dei Marvel Movies, dove il tema della famiglia di personaggi traumatizzati che si riunisce per aiutarsi l'un l'altro non è certo nuovo e ha fatto in passato la fortuna dei Guardiani della Galassia. Thunderbolts* ne è in un certo senso l'erede, ma più terra a terra perché i protagonisti hanno i piedi ben piantati sul nostro pianeta e non hanno dalla loro troppe tecnologie fantascientifiche.

Il limite principale del film è però proprio di non rompere la formula Marvel che, arrivati al 36esimo, non può non risultare risaputa. D'altra parte è la stessa della gran parte dei blockbuster americani, che finiscono quasi sempre per raccontare di famiglie, biologiche o elettive. In questo caso il dolore della protagonista - un'ottima Florence Pugh - che cerca di superare la propria apatia è reso però in modo più tangibile del solito, messo al centro del racconto e visualizzato in scene che entrano letteralmente nella sua psiche. È lei il cuore di Thunderbolts*, insieme a Bob, che non le è da meno quanto a sofferenza e traumi da superare.

Negli altri titoli del filone questo tema era spesso accennato, o visualizzato con flashback come quelli del terzo capitolo dei Guardiani della Galassia su Rocket Raccoon, ma il tono era più allegro e i colori più vivaci. Non che in Thunderbolts* manchino le battute o l'azione (tra l'altro molto più elegante di quella del confuso Captain America: Brave New World), ma il tono è più malinconico e i personaggi più reali: anche quando sono clowneschi dal loro umorismo traspaiono disincanto e non poca disperazione.

Finalmente, dopo le fantasie multiuniversali degli ultimi film Marvel, Thunderbolts* riporta la narrazione su un piano più umano. Naturalmente queste fantasie torneranno, più grandi che mai, nei prossimi film degli Avengers e anche questo capitolo Marvel è un tassello del mosaico, che non manca di scene nei titoli di coda per il lancio dei prossimi film. Questa volta, insolitamente, la scena più importante non è a metà titoli ma alla fine di tutti i credits: non lasciate la sala! (by MyMovies.it)

Se non sei un fan accanito degli Avengers, questo è il film che fa per te e se lo sei... fatti una risata, che gli ultimi film sugli Avengers sono davvero troppo PESI!!! Perchè questi 'eroi della casca' non sono veri Avengers, ma nell'attesa che ritornino, proviamo a trovare un sostituto e loro, per me, sono perfetti!!!😀 

La parlata 'russa' di Yelena e di suo padre Alexei li rendono adorabilmente divertenti, ma tutto il film è un avvicendarsi di momenti comici e di scene d'azione indimenticabili. La comparsa del Cavaliere d'Inverno in sella alla sua moto è una di queste, per non parlare del loro girovagare per le varie stanze 'buie' di Bob... ma ci sono tante altre scene che vorrei rivedere! Ma una domanda mi sorge spontanea... c'è proprio bisogno degli Avengers veri? possiamo adottare questi 'New Avengers'??? Dai Captain America, fai a modo, adotta questi New Avengers, hanno del potenziale...

Voto: 9 per non dire 10 😉

 

lunedì 28 aprile 2025

La fuga del robot selvaggio

di Peter Brown

Dopo aver imparato come sopravvivere in un'isola remota, il robot Rozzum 7134 è adesso intrappolato in una fattoria in compagnia degli umani. A quale mondo appartiene veramente Roz? Alla natura incontaminata o al mondo civilizzato? Ma soprattutto avrà la possibilità di scegliere? (by Amazon.it)

Un giorno!!! L'ho divorato!!! Appena l'ho avuto tra le mani non ho potuto resistere e poi non sono riuscita a staccarmi fino alla sua ultima pagina... è una autentiva meraviglia!!! come il primo, in egual misura ed il finale è eccezionale! Dopo i tanto amati libri della saga di Harry Potter, il Robot Selvaggio ha rubato il mio cuore e, mi mancherà... mi mancherà a tal punto che lo rileggerò spesso...😍

Appuntamento in terrazzo

di Felicia Kingsley

“Rimanete a casa, rimanete a casa”, si sente urlare dagli altoparlanti delle uniche auto che circolano per le strade deserte di Milano. La vita congelata nel momento del lockdown ha colto tutti impreparati. Ma alcuni di più.

È il caso di Alex che, nel momento in cui il Governo annuncia la quarantena nazionale, si ritrova in isolamento con quella che da poche ore è diventata la sua ex, l’ultima persona con cui vorrebbe condividere l’aria. A distanza di una parete, nell'appartamento accanto al suo, c'è Didi, tornata a casa dei suoi per una breve visita, rimasta ostaggio della sua chiassosa famiglia: una madre complottista dipendente dai social, un padre drogato di lavoro che ha trasformato la casa in un ufficio, una sorella diciottenne aspirante influencer con cui è costretta a dividere la camera e un nonno nostalgico. Per Alex e Didi la situazione è soffocante e, privati dei propri spazi, non resta loro che un posto per trovare un attimo di pace: il terrazzo. Le vite di Alex e Didi s'incrociano in un momento di emergenza e, quello che nasce come un incontro inaspettato, diventa un piacevole appuntamento quotidiano. È possibile che un'amicizia nata in una situazione ai limiti del reale possa trasformarsi in qualcosa di più? (by Amazon.it)

A cinque anni di distanza da quel periodo così tragico e spaventoso, leggere questo romanzo divertente e scanzonato mi ha fatto rivivere alcuni aspetti di quella situazione che purtroppo si è rivelata per molti una tragedia. Io sono stata una di quelle fortunate che non ha perso nessuno nella pandemia, quindi mi è più facile leggere un romanzo leggero che 'ridicolizza' gli aspetti del lockdown. Devo anche dire che in questo romanzo si parla di una situazione familiare ristretta, di un incontro tra vicini di casa che la clausura forzata ha portato a conoscersi semplicemente parlandosi da un terrazzo all'altro, quindi non ci vedo niente di irriverente. Un romanzo leggero che ti fa sorridere e che mi ricorda, come già ho detto nel commento dell'altro libro di questa autrice che ho letto, la Kinsella dei primi spassosi romanzi.

 

giovedì 24 aprile 2025

Il robot selvaggio

di Peter Brown

Quando Roz apre gli occhi per la prima volta, scopre che è sola su un’isola remota e selvaggia. Perché è lì? Da dove è venuta? E, cosa più importante, come sopravvivrà in quell’ambiente difficile? Rozzum unità 7134 è un robot femmina programmata per sopravvivere in qualsiasi condizione. Un giorno si sveglia su un’isola dopo il naufragio della nave su cui viaggiava. Con estrema fatica e determinazione, Roz impara il linguaggio degli animali, si costruisce una casa e adotta un’ochetta rimasta orfana con cui instaurerà un profondissimo legame. Ma, in un mondo lontano governato dalla tecnologia qualcuno la sta cercando, e non è disposto ad arrendersi senza combattere… Un libro illustrato, una storia profonda, tenera e travolgente sull’accettazione del diverso che dimostra come, ove esista rispetto e amore, sia possibile coesistere in armonia quando le differenze si trasformano in nuove possibilità. (by Amazon.it)

In questo caso prima ho visto il film e poi letto il libro, di solito mi capita il contrario. Ho amato il film immensamente, ed altrettanto il libro, un vero e proprio libro per ragazzi che leggerei ad alta voce a bimbi dai 6 ai 10 anni, perchè ha dei capitoli brevi adatti ad un pubblico che fatica a prestare attenzione per più di un quarto d'ora e la storia è davvero molto bella. Anche se ho detto che è un libro per bambini, la scrittura è comunque bella, niente a che fare con dialoghi alla Peppa Pig o altri cartoni per bimbi che vanno ora... Per non parlare del significato di questo libro, forse meno comprensibile da parte dei bambini (come lo era anche nel film...) ma che rimane un messaggio importante di amore materno e di rapporti inclusivi che si possono instaurare per il bene comune. 

L'ho letto su supporto carteceo perchè è ricco di disegni in bianco e nero realizzati dall'autore stesso. Non sono belli come quelli realizzati nel film, ma fanno parte del processo creativo della storia, come viene spiegato nella nota finale del libro e quindi vale la pena guardarli. 

N.B. Il finale del libro non è come nel film, non so se si trova nel secondo romanzo, ma ve lo dirò perchè penso che lo leggerò a breve 😉

martedì 22 aprile 2025

Risolviamo omicidi

di Richard Osman

Tutte le famiglie attirano guai, ogni famiglia li attira a modo suo. Amy Wheeler e suo suocero Steve non fanno eccezione. Lei per i guai è una vera e propria calamita, e di certo non l’aiuta il lavoro alla Maximum Impact Solutions, agenzia specializzata nella protezione di persone famose. Stavolta Amy si trova su un’isola privata al largo della Carolina del Sud per garantire l’incolumità dell’irriverente e ricchissima scrittrice Rosie D’Antonio, minacciata da un magnate russo a cui non è piaciuto riconoscersi in un personaggio del suo ultimo romanzo. Non sembrano esserci grane in vista fino a quando, a bordo di uno yacht vicino all’isola, viene ritrovato il cadavere di un noto influencer. È stato assassinato, e Amy non resiste alla tentazione di ficcare il naso: scopre subito che la vittima era sotto la tutela della Maximum Impact e che ci sono state altre morti sospette tra i clienti dell’agenzia. Mentre lei si interroga sulle inquietanti “coincidenze”, qualcuno tenta di incastrarla e qualcun altro di ucciderla. A questo punto Rosie convince la bodyguard a riparare sulla terraferma. Dovendo al tempo stesso indagare e guardarsi le spalle, Amy decide di chiedere aiuto all’unica persona di cui adesso può fidarsi: il suocero Steve, ex poliziotto ritiratosi in un paesino tra i boschi della New Forest in compagnia del suo gatto. Seppur controvoglia, Steve salirà sul jet privato di Rosie e raggiungerà le due donne per affiancarle in una caccia al colpevole – e una fuga da chi attenta alle loro vite – che li trascinerà in un adrenalinico vortice pieno di colpi di scena. Dopo il successo del Club dei delitti del giovedì, sempre armato del suo inconfondibile humour e della sua ingegnosità narrativa, Richard Osman torna, per Feltrinelli, con un’avvincente storia di intrighi capace di intrattenere e far sorridere, come nelle migliori commedie degli equivoci.(by Amazon.it)

Potrebbe essere l'inizio di una saga vincente, i protagonisti di questo romanzo sono, a loro modo, tutti particolari, con le loro ossessioni ed il loro carattere non semore 'facile'. Ma proprio poer questo non si può non amarli e seguirli nelle loro avventure, senza mai sentirli realmente in pericolo, come se fossero dei 'supereroi in erba'! All'inizio la storia stentava a partire, non si capiva in che direzione stava andando, volutamente direi, proprio per dipanare la matassa un po' alla volta. Vorrei ritrovare Amy e Steve in un altro romanzo e chissà... se si potesse anche la strampalata Rosie.

venerdì 18 aprile 2025

Operazione vendetta

Regia di James Hawes. Un film con Rami Malek, Laurence Fishburne, Rachel Brosnahan, Caitriona Balfe, Michael Stuhlbarg. Cast completo Titolo originale: The Amateur. Genere Azione, - USA, 2025, durata 123 minuti. Uscita cinema giovedì 10 aprile 2025 distribuito da Walt Disney.

Un esperto di sicurezza di dati criptati della Cia, distrutto dal dolore per la perdita di sua moglie rimasta uccisa in un attentato terroristico a Londra, decide di passare all'azione. Abbandona la scrivania e si lancia in una pericolosissima missione di vendetta, viaggiando in lungo e in largo per scoprire chi ci sia davvero dietro all'attentato e facendosi aiutare da un addestratore molto speciale. Attraverserà una serie di città, da Berlino a Istanbul, fino a Casablanca, e tra una sparatoria e una fuga affronterà spie esperte e mercenari letali nel tentativo di scoprire la verità, tra molteplici macchinazioni e doppi giochi politici.

È un revenge movie di spionaggio in piena regola, come non se ne vedevano da un po', Operazione Vendetta.

Il titolo originale The Amateur, ovvero "il dilettante", descrive bene il suo protagonista: professionista solo come crittografo - ovvero esperto di protezione di dati resi incomprensibili ai non autorizzati - della Cia è determinato a reinventarsi uomo d'azione "amatoriale". Mollare computer e scrivania e lanciarsi, come può, alla caccia degli assassini di sua moglie.

L'idea che il "nerd" del tutto alieno a ogni forma di violenza sia intenzionato a trasformarsi in una sorta di letale soldato in prima linea è curiosa e interessante, all'eroe di primo piano e di muscolare importanza si preferisce l'antieroe occhialuto che passa le giornate dietro agli schermi di un computer, appresso a dati indecifrabili. Una di quelle figure spesso sottovalutate e marginali sul grande schermo che qui arriva, anzi irrompe, in primo piano.

Non è, tuttavia, un'idea originale: la storia è tratta dall'omonimo romanzo "The Amateur" di Robert Littell, già adattato per il grande schermo nel 1981 da Charles Jarrot con Computer per un omicidio. Rami Malek sceglie di produrre questo nuovo film credendo fino in fondo nel suo ruolo, che interpreta in modo più che convincente: un marito spezzato che si improvvisa agente speciale, utilizzando il suo dolore e la sua astuzia come armi, impegnandosi poi a farsi addestrare nel maneggiare quelle vere dal migliore di tutti. Ottima l'interpretazione di Lawrence Fishburne, misurata quanto scanzonata, nei panni dell'esperto e pericoloso mentore del protagonista "dilettante". Più che le numerose scene d'azione restano impresse quelle con i due personaggi a confronto, per l'efficacia interpretativa dei due attori, ma anche per quella narrativa.

Assassini professionisti si nasce o si diventa? È la domanda tormentone del film, che lo attraversa a più riprese, inserita nella macro questione tematica di base del farsi giustizia da soli, là dove la "giustizia istituzionale" non è soddisfacente. Parlando di interpretazioni, funzionano anche le attrici conosciute dal pubblico televisivo Rachel Broshnan, per tutti Mrs. Maisel, nei panni della sfortunata moglie del protagonista, e Caitríona Balfe di Outlander in quelli di un personaggio enigmatico tutto da scoprire. Quanto alla regia, le scene d'azione risultano d'impatto e spettacolari - su tutte un inseguimento folle dentro e fuori un ospedale - e ben realizzate dall'inglese James Hayes, noto per aver firmato serie tv come Slow Horses, Pulse e Black Mirror. Non vanta un approccio esplosivo o inedito, ma sa tenere comunque salde le redini di due ore di labirintiche fughe, macchinazioni criminali e politiche, spionaggi e controspionaggi, che in definitiva sanno intrattenere e convincono, peccando giusto sul ritmo, non sempre incandescente o adrenalinico.

Non aiuta l'estrema frammentazione di location tra l'Inghilterra, la Germania, la Francia e la Turchia - per quanto possa risultare suggestivo il continuo cambio di ambientazione, e quindi di prove, sfide e nemici da affrontare per il protagonista - di un film che ha dovuto fronteggiare una serie di problematiche, non ultimi gli scioperi del sindacato SAG-AFTRA e la conseguente interruzione delle riprese.(by MyMovies.it)

Anche se l'inizio del film appare un po' lenta, poi prende ritmo, le idee del protagonista per eliminare l'intera squadra che ha ucciso la moglie sono stupefacenti. La scena della rottura della piscina costruita a congiunzione dei tetti di due palazzi è favolosa. Però ogni tanto l'ho trovato non del tutto chiaro, gli indizi che seguiva per trovare i vari personaggi non sempre mi sono risultati chiari, soprattutto dopo la morte di Inquiline... ma forse mi sono persa qualcosa e dovrei solo rivederlo. L'accoppiata Malek - Fishburne è vincente, entrambi molto centrati nei personaggi. Sinceramente l'idea di un eroe che non usa la forza ma l'astuzia, è un'idea di tutto rispetto e la poca fisicità di Malek lo rende molto adatto al ruolo.

Voto: 7

 

lunedì 14 aprile 2025

Caro Lucio - Il grande tributo a Lucio Dalla

Preparati a uno spettacolo straordinario con “Caro Lucio”.Questo concerto celebra l’arte e l’eredità del leggendario cantautore italiano Lucio Dalla, portandoti direttamente nel cuore delle sue melodie indimenticabili.Lasciati emozionare dai brani iconici come “Caruso”, “L’anno che verrà”, “Anna e Marco” e tanti altri, eseguiti con arrangiamenti dal vivo fedeli ai grandi concerti di Dalla.Con una voce incredibilmente simile all’originale e interpretazioni potenti, questo tributo ti farà rivivere la magia dei concerti di Lucio Dalla.

Non perdere l’occasione di assistere a un evento che onora uno dei più grandi artisti della musica italiana. (dal sito del Teatro Michelangelo)

E' la prima volta che sento parlare di una cover band di Lucio Dalla e amando da sempre questo artista, abbiamo provato questa esperienza, con un po' di timore a dire il vero... perchè Lucio è Lucio... ed è un attimo che un mito sia 'scimmiottato' malamente da qualcuno che non può essere alla sua altezza. Invece devo dire che questi ragazzi hanno saputo rappresentarlo molto bene, sia come musica che come voce... Il cantante non ha necessariamente calcato la mano sul voler assomigliare a Lucio e questo ha fatto di lui un interprete qualificato e discreto, per non parlare delle 'mise' alla Lucio molto divertenti! Anche i musicisti sono stati davvero molto bravi, mi è piaciuto in particolare il bassista, ma tutti sono stati all'altezza. Senz'altro da rivedere se ci sarà l'occasione... è bello ritrovare Lucio, lo abbiamo perso davvero troppo presto!

Voto: 8  

La magica libreria delle meraviglie

di Amelia Mellor

Un libro di narrativa per bambini e bambine dagli 11 anni, perfetto per tutti gli amanti degli enigmi e dei racconti avvincenti e ricchi di mistero. Una storia magica sulla bellezza e l’incanto di un mondo pieno di libri e di avventure. Per Pearl e Vally la Cole’s Book Arcade è la libreria di famiglia, ma in realtà il negozio è molto di più: è la più grande libreria del mondo e insieme un emporio traboccante di curiosità e meraviglie. Qui è possibile assaporare tè cinese di finissima qualità e assaggiare caramelle che fanno cambiare voce, trovare libri illustrati a misura di cliente e passeggiare in una foresta tropicale in compagnia di pappagalli parlanti. Un giorno, però, Pearl e Vally scoprono che il padre ha concluso un accordo con un uomo misterioso pronto a impadronirsi della libreria. E così i due ragazzi si trovano coinvolti in un gioco pericoloso: dovranno risolvere sette enigmi prima dello scoccare della mezzanotte. Se riusciranno nell’impresa, riavranno il negozio, altrimenti lo perderanno per sempre e dimenticheranno che sia mai esistito. (by Amazon.it)

Un bel libro per ragazzi, con tanti spunti che mi ricordano libri e film, dalla magia dei primi libri di Harry Potter, alle sfide alla Jumanji. La risoluzione dei sette enigmi è molto intrigante e tiene il lettore amante dei libri per ragazzi, 'attaccato' in attesa di scoprire come andrà a finire. Leggere poi, al termine del romanzo, in una nota storica, che questa libreria è esistita davvero e che i personaggi descritti sono realmente esistiti, solo 'modificati' per l'occasione per renderli più 'magici', è una bellissima sorpresa!! 

 

giovedì 10 aprile 2025

La vita da grandi

Regia di Greta Scarano. Un film Da vedere 2025 con Matilda De Angelis, Yuri Tuci, Maria Amelia Monti, Ariella Reggio, Gloria Cocco. Cast completo Genere Commedia, - Italia, 2025, durata 96 minuti. Uscita cinema giovedì 3 aprile 2025 distribuito da 01 Distribution.

Irene sta per comprare un appartamento a Roma con il suo compagno, ma viene richiamata nella sua città natale, Rimini, per occuparsi del fratello maggiore Omar. Sua madre deve partire per approfondire delle analisi mediche, suo padre l'accompagnerà e occorre prendersi cura di un fratello autistico che ha sogni ambiziosi. Per realizzarli la sorella prova a fargli un "corso intensivo per diventare adulti" che include la scelta di salire o meno sul palco di un talent show a esibirsi e coronare così il desiderio di una vita. Nel frattempo, grazie a Omar, sarà la stessa Irene a capire molto di se stessa e di cosa voglia veramente dalla vita.

È una tenera commedia di formazione emotiva a due teste, il film che segna il debutto alla regia dell'attrice Greta Scarano.

Nel suo La vita da grandi mette tutto il suo cuore, la dolcezza e quell'approccio irriverente al mondo che restituisce sullo schermo attraverso la figura di Irene, interpretata al meglio da Matilda De Angelis. Una ragazza carismatica, dallo spirito rock e dalla battuta pronta, che ha scelto un compagno protettivo (Adriano Pantaleo) e una vita lontana dalla famiglia. Ma il nòstos, Omero insegna, è un viaggio inevitabile e pieno di peripezie da cui non si può che tornare cambiati. Specie se si ritorna nella casa abitata da un fratello speciale come Omar. Lo interpreta l'ottimo Yuri Tuci, attore autistico scovato per caso in rete grazie al trailer del suo spettacolo Out is me. Il ritorno di Irene nella sua vita cambierà entrambi, tutti e due dovranno crescere e confrontarsi con "la vita da grandi" del titolo. Ne sintetizza bene il senso Scarano che cofirma anche la sceneggiatura, l'adultità è la capacità di fare delle scelte. Anche sbagliate.

Folgorata dal libro di Damiano e Margherita Tercon (i Terconauti) "Mia sorella mi rompe le balle. Una storia di autismo normale", Scarano firma una commedia garbata che parla di sogni, legami familiari, inclusione, ma anche chiassose cene familiari davanti al televisore, tra racconti, incomprensioni e recriminazioni (spicca la performance di Maria Amelia Monti, nel ruolo della madre legittimamente apprensiva). Al suo debutto nel lungometraggio la neoregista dimostra di avere già uno stile definito - chi aveva avuto modo di vedere il suo corto Feliz Navidad lo sapeva - e di non aver paura di osare una storia e un tema su cui era facile schiantarsi, sprofondando nella retorica o nel ricatto morale. Questo film riesce a evitare entrambi, puntando tutto sull'ironia e la verosimiglianza della messa in scena (finalmente un cinema italiano lontano dagli agi ostentati dell'alta borghesia, che mostra la quotidianità di famiglie "normali"), rendendo perdonabile a chi guarda qualche ingenuità di scrittura. Tanto è coinvolgente il racconto del legame che si rinsalda tra i due protagonisti, tra conflitti, risate, paure e speranze condivise. Affronteranno anche il tema cruciale per tutti i fratelli del mondo - specie per chi ha sorelle/fratelli con handicap - del "cosa fare dopo la morte dei genitori".

Più vicino alla commedia di formazione che al dramma esistenzialista, l'opera fluisce con un buon ritmo senza mai dimenticare il binomio efficace di cuore e umorismo, profondità e leggerezza, neanche nella scena del reality show, dove spuntano Mara Maionchi, Ferzan Ozpetek, Valerio Lundini e Malika Ayane. Oltre a sensibilizzare su temi importanti come autismo, inclusione sociale e autodeterminazione delle persone con disabilità, invitando con scanzonata leggerezza a oltrepassare ogni pregiudizio, etichetta e stereotipo di sorta, Scarano ricorda a chi guarda che la fratellanza non è un legame scontato. Si costruisce giorno dopo giorno concentrandosi sulle potenzialità dell'altro, più che sui limiti o difetti, impegnandosi reciprocamente a supportare più che a sopportare. (by myMovies.it)

Un film emozionante e davvero molto carino, recitato e girato bene. Mi sono sorpresa con gli occhi lucidi e il sorriso sulle labbra e non mi capita spesso al cinema. Matilda è fantastica, è così dentro al personaggio che ci si dimentica che sta recitando e questo, lasciatemelo dire, è quasi impossibile!!! Max afferma che se non fosse un film italiano potrebbe vincere un oscar come miglior film straniero ed io sono d'accordo! Bravissimo anche Yuri, insomma mi è piaciuto tutto di questo film, compresa l'ambientazione tra Rimini e Bologna.

Voto: 9

lunedì 7 aprile 2025

Rocky - The musical

Una produzione di Fabrizio Di Fiore Entertainment e Roma City Musical in accordo con Music Theatre International
libretto di Thomas Meehan Sylvester Stallone
liriche di Lynn Ahrens
musica di Stephen Flaherty
con Pierpaolo Pretelli
traduzione e adattamento di Luciano Cannito
traduzione liriche di Luciano Cannito Laura Galigani
scene di Italo Grassi
costumi di Veronica Iozzi
disegno luci di Valerio Tiberi
direzione musicale di Ivan Lazzara
associato alla direzione musicale di Angelo Nigro
coreografia di Luciano Cannito
coreografo associato di Fabrizio Prolli
regia di Luciano Cannito

Vincitore del premio Oscar come miglior film, Rocky torna sul ring in questo nuovo spettacolare musical, un musical mozzafiato ma allo stesso tempo pieno di poesia, canzoni straordinarie e splendidi numeri di ensemble. La musica e le liriche sono dei vincitori del Tony Award e candidati all’Oscar Lynn Ahrens e Stephen Flaherty, il libretto del pluripremiato Tony Thomas Meehan, adattato dall’acclamata sceneggiatura nominata all’Oscar di Sylvester Stallone, lui stesso tra gli autori dello spettacolo.
Rocky Balboa è un piccolo pugile di Filadelfia che viene scelto per affrontare Apollo Creed, campione mondiale in carica dei pesi massimi, che avrebbe dovuto affrontare un altro campione improvvisamente infortunato. Mentre Rocky si allena con passione e disciplina per il combattimento, inizia una relazione con Adriana, fragile commessa di un piccolo negozio di animali, stanca di essere maltrattata da suo fratello. Man mano che il loro amore cresce, Rocky e Adriana trovano ciascuno la propria forza interiore e tirano fuori il meglio l’uno dall’altro. Con grinta e cuore in parti uguali, Rocky parla del trionfo dello spirito, della forza e dell’amore.

La regia di Luciano Cannito che, dopo i successi di 7 Spose per 7 FratelliCabaret e Saranno Famosi, si conferma una delle firme di spicco del nuovo musical italiano. (dal sito del Teatro EuropAuditorium)

In sè il musical mi è piaciuto molto, Giulia Ottonello è sempre una garanzia, l'abbiamo vista in altri musical ed ha sempre una gran voce, unita ad una maturazione teatrale che in questo spettacolo è evidente. Altra cosa è la recitazione e canto di Rocky (Pierpaolo Pretelli), sicuramente non al livello che ci si aspetta da un protagonista. Il combattimento finale però lo salva, questa ultima parte dello spettacolo è veramente  ben fatta...

Voto: 7