"L'arte della gioia" è un libro postumo: giaceva da vent'anni abbandonato in una cassapanca e, dopo essere stato rifiutato da molti editori, venne stampato in pochi esemplari da Stampa Alternativa nel 1998. Ma soltanto quando uscì in Francia ricevette il giusto riconoscimento. Nel romanzo tutto ruota intorno alla figura di Modesta: una donna vitale e scomoda, potentemente immorale secondo la morale comune. Una donna siciliana in cui si fondono carnalità e intelletto. Modesta nasce in una casa povera ma fin dall'inizio è consapevole di essere destinata a una vita che va oltre i confini del suo villaggio. Ancora ragazzina è mandata in un convento e successivamente in una casa di nobili dove, grazie al suo talento e alla sua intelligenza, riesce a convertirsi in aristocratica attraverso un matrimonio di convenienza. Tutto ciò senza smettere di sedurre uomini e donne di ogni tipo. Amica generosa, madre affettuosa, amante sensuale: Modesta è una donna capace di scombinare ogni regola del gioco pur di godere del vero piacere, sfidando la cultura patriarcale, fascista, mafiosa e oppressiva in cui vive. "L'arte della gioia" è l'opera scandalo di una scrittrice. È un'autobiografia immaginaria. È un romanzo d'avventura. È un romanzo di formazione. Ed è anche un romanzo erotico, e politico, e psicologico. Insomma, è un romanzo indefinibile, che conquista e sconvolge. (by Amazon.it)
Ci ho messo una vita a leggere questo 'romanzo', ed ora che l'ho finalmente terminato, mi sono chiesta più volte se era meglio soprassedere nel darne un giudizio. Più volte sono stata sul punto di abbandonarlo, ma odio lasciare a metà una lettura, mi pare quasi una mancanza di rispetto, soprattuto se si ha la sensazione, come ho avuto in questo caso, di non riuscire a capirlo in pieno. A tratti l'ho trovato 'fstidioso', ho dovuto rileggere intere pagine per comprendere con chiarezza chi erano i pratogonisti di alcune conversazioni, insomma a volte non capivo 'chi diceva cosa'... A conti fatti credo però che la colpa sia mia, che non sono riuscita a sintonizzarmi con il suo modo di scrivere, cosa che mi è capitato di rado nella mia lunga vita di lettrice 'onnivora'. Non si può nemmeno dire che abbia avuto difficoltà nel comprendere il linguaggio, da sempre avvezza ai romanzi dell'800, molti dei quali letti persino in lingua, non credo che sia stato questo il problema, il fatto è che non sono riuscita a capire Modesta, la protagonista, perchè mi sono forse accanita nel voler vedere nelle sue azioni e negli eventi che l'hanno coinvolta e nel modo in cui lei ha reagito a questi, un 'piano', uno scopo a cui tendere. In realtà non esiste, semplicemente qui si susseguono eventi e sentimenti intrecciati tra loro, ed è un guaio se si cerca un filo conduttore. Modesta è una 'sopravvissuta' vincente e perdente nello stesso tempo, ma che tutto sommato si ama e si perdona, chi non vorrebbe alla fine essere come lei???