lunedì 7 aprile 2025

Rocky - The musical

Una produzione di Fabrizio Di Fiore Entertainment e Roma City Musical in accordo con Music Theatre International
libretto di Thomas Meehan Sylvester Stallone
liriche di Lynn Ahrens
musica di Stephen Flaherty
con Pierpaolo Pretelli
traduzione e adattamento di Luciano Cannito
traduzione liriche di Luciano Cannito Laura Galigani
scene di Italo Grassi
costumi di Veronica Iozzi
disegno luci di Valerio Tiberi
direzione musicale di Ivan Lazzara
associato alla direzione musicale di Angelo Nigro
coreografia di Luciano Cannito
coreografo associato di Fabrizio Prolli
regia di Luciano Cannito

Vincitore del premio Oscar come miglior film, Rocky torna sul ring in questo nuovo spettacolare musical, un musical mozzafiato ma allo stesso tempo pieno di poesia, canzoni straordinarie e splendidi numeri di ensemble. La musica e le liriche sono dei vincitori del Tony Award e candidati all’Oscar Lynn Ahrens e Stephen Flaherty, il libretto del pluripremiato Tony Thomas Meehan, adattato dall’acclamata sceneggiatura nominata all’Oscar di Sylvester Stallone, lui stesso tra gli autori dello spettacolo.
Rocky Balboa è un piccolo pugile di Filadelfia che viene scelto per affrontare Apollo Creed, campione mondiale in carica dei pesi massimi, che avrebbe dovuto affrontare un altro campione improvvisamente infortunato. Mentre Rocky si allena con passione e disciplina per il combattimento, inizia una relazione con Adriana, fragile commessa di un piccolo negozio di animali, stanca di essere maltrattata da suo fratello. Man mano che il loro amore cresce, Rocky e Adriana trovano ciascuno la propria forza interiore e tirano fuori il meglio l’uno dall’altro. Con grinta e cuore in parti uguali, Rocky parla del trionfo dello spirito, della forza e dell’amore.

La regia di Luciano Cannito che, dopo i successi di 7 Spose per 7 FratelliCabaret e Saranno Famosi, si conferma una delle firme di spicco del nuovo musical italiano. (dal sito del Teatro EuropAuditorium)

In sè il musical mi è piaciuto molto, Giulia Ottonello è sempre una garanzia, l'abbiamo vista in altri musical ed ha sempre una gran voce, unita ad una maturazione teatrale che in questo spettacolo è evidente. Altra cosa è la recitazione e canto di Rocky (Pierpaolo Pretelli), sicuramente non al livello che ci si aspetta da un protagonista. Il combattimento finale però lo salva, questa ultima parte dello spettacolo è veramente  ben fatta...

Voto: 7

Play 2025


E dopo alcuni anni ecco che ricomincio a scrivere di giochi da tavolo... quale migliore occasione della giornata spesa alla Play che quest'anno per la prima volta si è svolta a Bologna??? Eh, già... fiera del gioco nata a Modena ha abbandonato la nostra città per trasferirsi in una location più grande... anche se, come primo anno, non penso che questo spazio acquisito sia stato sfruttato al meglio. Per dirla tutta, le case editrici più importanti hanno allestito un numero di tavoli di gioco non molto superiore a quelli presenti negli anni scorsi e questo ha fatto sì, che come al solito, non si sia riusciti a provare giochi in questi stand... D'altra parte c'erano tantissimi tavoli in cui poter giocare per conto proprio e gli spazi più ampi hanno reso la fiera più 'vivibile'. Negli stand meno conosciuti c'è stata poi la possibilità di provare più giochi, come si vede dalla carrellata che riporto qui di seguito... abbiamo provato 10 giochi, di diverso tipo... erano anni che non facevamo una scorpacciata così 😊

 

RIVAL CITIES

Rivivi la storica rivalità tra Amburgo e Altona, due città della Germania settentrionale che nel XVI secolo si contendevano supremazia e prestigio. Rival Cities ti immerge in un duello strategico carico di tensione e decisioni cruciali, dove ogni mossa potrebbe ribaltare gli equilibri. Hai ciò che serve per guidare la tua città verso la vittoria?

Preparati a orchestrare una sfida che combina strategia, gestione delle risorse e tattiche di prestigio. Avanza il calamaio sul tabellone per attivare azioni chiave come produrre merci, costruire fabbriche e intentare processi strategici contro il tuo avversario. Ogni turno è una danza tra pianificazione e anticipazione delle mosse altrui, mentre persegui una delle due condizioni di vittoria: accumulare più stelle o sconfiggere il tuo rivale con una vittoria anticipata.

Caratteristiche principali:

  • Gioco per due giocatori: ideale per chi desidera una sfida strategica intensa e ben bilanciata.
  • Ambientazione storica coinvolgente: esplora le affascinanti dinamiche politiche ed economiche tra due città rivali nel XVI secolo.
  • Multiplanità strategica: tra gestione delle risorse, diplomazia e mosse tattiche, ogni partita è un'esperienza unica.
  • Alta qualità dei componenti: include un tabellone dettagliato, carte, segnalini in legno e altri elementi progettati con cura.
  • Firma d’Autore: dal creatore Andreas Steding, noto per successi come Hansa Teutonica e Beer & Bread.

Sei pronto a rivendicare il primato per la tua città e scrivere la storia? Rival Cities è più di un semplice gioco da tavolo, è uno scontro epico tra mente e strategia. Chi trionferà nella secolare rivalità tra Amburgo e Altona? La decisione è tua. (by Meeple.it)

Tra i giochi che siamo riusciti a provare alla Play questo è quello che ci è piaciuto di più. Abitualmente noi giochiamo in 2, quindi questi giochi, nati proprio per due giocatori, solitamente sono ben equilibrati e le azioni che vengono scelte dipendono dalla strategia che si vuole utilizzare. Il tabellone di gioco è molto chiaro, e dopo un giro tutte le azioni vengono memorizzate e comprese senza fatica.

Voto:

CASCADIA

Cascadia: Rolling è una serie di giochi di tipo puzzly flip-and-roll-and-write con gli habitat e la fauna del Pacifico nord-occidentale! Lancia contemporaneamente i dadi, raccogli la fauna selvatica e completa le carte habitat per riempire i diversi ambienti di Cascadia. Utilizzate le azioni speciali per manipolare i dadi e le carte di completamento dinamico per sbloccare potenti combo! Esistono due versioni di Cascadia: Rolling. Cascadia: Rolling Rivers presenta contenuti unici specifici per gli ambienti fluviali di Cascadia! Ogni versione presenta contenuti unici - acquistate entrambe le versioni per giocare con 1-8 giocatori su 8 mappe diverse! Un dado speciale centrale che cambia il modo in cui si svolge ogni round. 4 Fogli Ambiente, basati su una diversa regione della Cascadia, ognuno con i propri elementi di gioco speciali. 30 carte Habitat con le splendide immagini di Beth Sobel. 8 carte Completamento avanzato per ottenere sconti e bonus in ogni round! Una mini-espansione che introduce elementi di gioco completamente nuovi, come i bonus di punteggio a fine partita e gli obiettivi competitivi per aumentare la competizione! Tirate i dadi, raccogliete la fauna selvatica e i gettoni Natura, completate le carte Habitat e riempite il puzzle sul vostro foglio Ambiente personale per creare l'ecosistema più armonioso di Cascadia! Sebbene le regole di base siano semplici, ogni foglio Ambiente unico ha un proprio tocco, quindi non ci sono due partite di Cascadia: Rolling si svolgeranno nello stesso modo!  (by Meeple.it)

Un vero gioco per stare in compagnia, in cui si tirano dadi, si scrivono i risultati sulle plance e si ottengano benefit mano a mano che si riescono a completare le parti della plancia. Come tutti i giochi che coinvolgono l'utilizzo dei dadi è molto fortunoso, e bisogna fidarsi di quello che segnano sulla plancia le persone che giocano con te... non è possibile tenere 'tutto sotto controllo' 😉

Voto: 7

TINDERBLOX

Il divertente gioco di destrezza in formato menta che piacerà a giocatori e non! Tinderblox fa ambientare i giocatori in un falò, dove ognuno di loro cercherà di far crescere il fuoco. Ma attenzione! Se si posizionano male i blocchi, si rischia di bruciare l'accampamento! A ogni turno, i giocatori pescano una carta dal mazzo del falò che li istruisce a posizionare un ceppo, un tizzone o una qualsiasi combinazione di essi in vari orientamenti sulla cima del falò. I giocatori usano una pinzetta per "giocare con il fuoco" e se fanno cadere qualcosa, sono considerati a rischio incendio e vengono eliminati dal gioco. Vince il giocatore più attento al fuoco! Differenze tra Tinderblox Day, Night e Sunset: Tinderblox Day è il gioco originale. Tinderblox Night è una versione in edizione limitata che include carte più impegnative. Tinderblox Sunset include la mini-espansione Marshmallow (altrimenti venduta separatamente) ed è realizzato con materiali conformi alla normativa FSC.  (by Meeple.it)

Simpatico 'giochino' in cui i giocatori devono costruire un focolare posizionando i legnetti come mostrato dalla carta che viene pescata, utilizzando una pinzetta e a volte la mano 'non' dominante.

Voto: 6

SHACKLETON BASE

Non ancora uscito in italiano, è stato il gioco più impegnativo che abbiamo provato. Non sempre i giochi 'strutturati' risultano anche quelli più divertenti, o meglio, per i giocatori 'poco impegnati' come la sottoscritta questo è davvero troppo... in tutti i sensi. Solo per la spiegazione ci vuole almeno mezz'ora e chi ce lo ha spiegato è stato davvero molto bravo... poi io ho avuto la sensazione per i pochi turni che abbiamo fatto di non aver capito quasi nulla. Ci sono troppe azioni, impossibile per me 'captare' su cosa conveniva puntare e l'ambientazione, diciamoci la verità... poteva essere più carina.

Voto; 6--

 

 

 

IL REGNO DEI FUNGHI

Immergiti nel magico mondo dei funghi e domina il sottobosco! In Il Regno dei Funghi vi sfiderete per creare il regno fungino più rigoglioso e spettacolare. Seguendo il ciclo vitale dei funghi, dalla nascita alla decomposizione, accumulerete punti, espanderete il vostro territorio e sbloccherete azioni speciali.

  • Pianta e fai crescere i funghi: combina spore di diverso tipo per far nascere funghi di ogni forma e dimensione, ognuno con un valore in punti diverso.
  • Espandi il tuo regno: allarga la tua rete miceliale per conquistare nuovi spazi e nutrire i tuoi funghi.
  • Sfrutta la decomposizione: quando i funghi muoiono, liberano spore preziose e attivano potenti abilità speciali.
  • Difendi il tuo territorio: proteggi la tua rete miceliale dagli attacchi avversari e ostacola la loro crescita.
  • Diventa il miglior fungo-coltivatore: ottieni il maggior numero di punti vittoria facendo crescere i funghi più pregiati e sfruttando abilmente le tue tattiche.

Il Regno dei Funghi è un gioco facile da imparare ma ricco di sfide e sorprese. Le sue meccaniche originali e la sua ambientazione affascinante lo rendono un'esperienza di gioco unica e coinvolgente per tutti gli amanti della strategia e della natura. ( by Meeple.it)

Questo è il tipico gioco che a parer mio cambia radicalmente se giocato in due o in quattro. Nato per fare in modo che ogni giocatore sia solo contro tutti e quindi cerchi di bilanciare il 'farsi gli affari suoi' con il 'rompere le scatole a tutti gli altri'... in quattro giocatori, in pochissimi turni ci si pesta i piedi per benino; in due giocatori, ho l'impressione che si potrebbe coltivare il proprio orticello più agevolmente, ma c'è da provare. Comunque le dinamiche sono carine, la grafica anche... un bel gioco da riscoprire in due giocatori.

Voto: 7 

COMPILE

Gioco di carte, per due giocatori, in cui lo scopo è impilare carte in corrispondenza dei propri  obiettivi la cui somma faccia più di 10 prima dell'avversario. E' importante anche fare in modo che l'avversario non faccia il suo gioco indisturbato, quindi noi due abbiamo constatato che una partita a questo gioco, che normalmente dovrebbe durare un quarto d'ora, a noi potrebbe durare all'infinito!

Voto: 5

 

 

 

 

LA VIA DELLE SPIE

Vi piacciono i giochi di bluff??? Se la risposta è positiva, questo è il gioco che fa per voi, facile come il gioco dell'Oca, in cui non si tirano i dadi, ma sono le carte che vengono pescate che determinano di quanti passi si sposta la propria pedina sul tracciato. Quando una pedina supera quella dell'avversario, la partita termina con la vincita del proprietario di questa. Dove sta il bluff? ad ogni turno il giocatore di turno pesca due carte, poi ne mette una scoperta ed una coperta davanti a se, il suo avversario decide quale prendere, dopo di che entrambi i giocatori avanzano dei passi riportati sulle carte. Secondo voi a me piacciono i giochi di bluff??? 😓

Voto:  6 (per me 3)

 

 

REGICIDE

Immagina di ritrovarti in un regno fantasy dove una monarchia corrotta tiene il popolo sotto il proprio dominio. Tu e i tuoi alleati siete l'ultima speranza per sconfiggere i potenti sovrani e riportare la pace. Regicide ti trasporta in un'epica battaglia strategica attraverso un avvincente gioco di carte cooperativo, perfetto per sfidare la tua mente e rafforzare i legami di squadra.

Regicide si gioca con un mazzo di carte standard e combina semplicità e profondità strategica. Ogni turno, i giocatori collaborano per attaccare uno dei 12 nemici, rappresentati da Re, Regine e Fanti. Usa le tue carte con saggezza per infliggere danni e difenderti dai contrattacchi nemici. La partita si vince eliminando l'ultimo Re, ma attenzione! Una mossa sbagliata può condurre alla sconfitta di tutti. La scelta tattica di ogni carta è cruciale, rendendo ogni turno un mix di pianificazione e adrenalina.

Caratteristiche principali:

  • Gioco cooperativo: unisci le forze con amici o affronta la sfida in modalità solitaria.
  • Elevata rigiocabilità: ogni partita è diversa grazie alle strategie sempre nuove e alla preparazione variabile.
  • Tensione costante: combina gestione tattica e limiti di comunicazione per un coinvolgimento totale.
  • Adatto per tutte le occasioni: partite rapide da 10 a 30 minuti, ideali per serate di gioco o momenti di relax.

Hai il coraggio di sfidare la Monarchia e guidare il tuo regno verso la libertà? Regicide non è solo un gioco, è un’avventura unica che metterà alla prova la tua mente strategica e il tuo spirito di squadra. Sei pronto a entrare nell’arena e dimostrare il tuo valore? (by Meeple.it)

Un'idea carina che sfrutta un mazzo di carte qualsiasi con delle regole particolari. E' un cooperativo che difficcilmente credo si possa vincere, ma non essendo particolarmente accattivante, non mi è rimasta nemmeno la voglia di rifare una partita.  

Voto: 6

LORCANA

Disney Lorcana: Preludio utilizza lo stesso sistema di gioco del gioco di carte collezionabili Disney Lorcana, ma consiste in un set fisso di due mazzi da 30 carte pensato per i nuovi arrivati.Questo set è giocabile da solo come gioco per due giocatori, con carte che presentano personaggi, oggetti, canzoni e forse un altro meccanismo che i giocatori possono aggiungere ad altri mazzi Disney Lorcana dopo aver preso confidenza con le basi del gioco.I contenuti di Disney Lorcana:Gateway cambierà con un ciclo di dodici mesi, inserendo nuovo materiale a rotazione man mano che verranno rilasciati altri set. (by Meeple.it)

Il gioco in se non è niente di peciale, non sono molto amante dei giochi di carte in cui ci si combatte a  vicenda, dove sono esplicitati i punti di forza e di difesa e tutto il resto, ma... vogliamo parlare della bellezza dei disegni di queste carte??? Io lo vorrei solo per le carte... il gioco in se non mi dice nulla, non che sia brutto, anzi, ma io sono rimasta colpita dalla bellezza delle carte!

Voto: 6 per il gioco (9 per le carte!)

RUMOURS AND RIBBONS

Come ultimo gioco della giornata, abbiamo fatto un giro a questo kickstarter, la cui grafica mi aveva attirato, ma che mi ha delusa profondamente. E' tendenzialmente un gioco di carte, il cui unico scopo è quello di screditare i propri avversari (che sono delle Miss). Riporto qui di seguito la presentazione del gioco, perchè non riesco a descriverlo e quindi nemmeno a dare un voto...

Lettori di Jane Austen e spettatori di Bridgerton di lunga o breve data, udite, udite!

Vi presentiamo “Rumours and Ribbons”, un beneducato gioco di scandali e scorrettezze.

“Rumours and Ribbons” è un gioco da tavolo competitivo in cui dovrete battere sul tempo le altre giocatrici nella corsa allo spasimante perfetto, alla reputazione sociale più decorosa e al look più alla moda del tempo.

Rispettate l’etichetta, trovate un buon partito e indossate abiti eleganti per diventare una Miss perfetta, ma non fatevi travolgere da maldicenze e pettegolezzi… uno scandalo nel momento sbagliato potrebbe vanificare tutti i vostri sforzi e lasciarvi in miseria. Riuscirete a distinguervi o finirete vittime delle malelingue?


GIUDIZIO FINALE

Di quelli provati facciamo una classifica

  1. RIVAL CITIES 
  2. IL REGNO DEI FUNGHI
  3. CASCADIA

 

 

 

I tre Moschettieri - Opera Pop

Una produzione di Stefano Francioni Produzioni e Teatro Stabile d’Abruzzo
con Giò Di Tonno, Vittorio Matteucci e Graziano Galatone
musiche di Giò Di Tonno
testi di Alessandro Di Zio
coreografie di Veronica Peparini e Andreas Muller
produzione esecutiva Paola Pirandola
direzione artistica e regia di Giuliano Peparini

“Tutti per uno, uno per tutti!”: questo celebre motto dal romanzo di Alexandre Dumas prende vita in uno spettacolo dove musica, prosa e danza si fondono in un racconto coinvolgente ed emozionante. Giò Di Tonno, Vittorio Matteucci e Graziano Galatone interpretano rispettivamente Athos, Porthos e Aramis, sotto la raffinata direzione artistica e regia di Giuliano Peparini.

La trama ruota attorno all’amicizia incorruttibile dei tre moschettieri, un legame archetipico, privo di ipocrisia e intriso di onore e fedeltà. In contrasto con l’amore e l’amicizia, trionfa l’ambizione e il potere. Questo conflitto tra buoni e cattivi, figli della stessa penna, è il cuore pulsante dello spettacolo. L’onestà e l’amicizia, valori sempre più rari nel mondo contemporaneo, risplendono nelle gesta dei moschettieri. Essi combattono per ciò che è giusto, con le loro spade pronte a difendere l’onore e l’amore. L’intreccio amoroso tra D’Artagnan e Costanza, minacciato dalla perfida Milady, aggiunge una nota tragica e passionale alla narrazione. Il finale, segnato dalla giustizia ma intriso di amarezza, lascia una riflessione sul bene, il male e il mistero della morte, unico enigma che rende vulnerabile l’essere umano.(dal sito del teatro EuropAuditorium)

Io amo i musical ed uno tra i miei preferiti è da sempre Notre Dame De Paris, visto più volte e sempre pronta a rivederlo... e questo 'I Tre Moschettieri' me lo hanno ricordato molto, sia per le musiche magistralmente interpretate da due protagonisti di Notre Dame De Paris (Giò di Tonno e Vittorio Matteucci), sia per la presenza di un bellissimo corpo di ballo che sono anche degli abilissimi acrobati. Un cast bello numeroso, dove tutti, ma proprio tutti sono stati bravissimi, la voce della 'perfida' Milady, rimarrà impressa nella mia memoria per sempre... Chissà se avrò occasione di rivedere questo spettacolo, sarebbe molto gradito!!!

Voto: 8

giovedì 27 marzo 2025

La città proibita

Regia di Gabriele Mainetti. Un film Da vedere 2025 con Enrico Borello, Yaxi Liu, Marco Giallini, Sabrina Ferilli, Chunyu Shanshan. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, 2025, durata 137 minuti.

Cina, 1979. Due genitori sfuggono all'obbligo del figlio unico mettendo alla luce le bambine Yun e Mei. Mei, la secondogenita, è però costretta a nascondersi sempre per evitare alla famiglia una denuncia. Salto temporale fino a metà anni Novanta: Mei si ritrova nella Roma multietnica del quartiere Esquilino, presso il ristorante cinese La città proibita. Quel luogo è la chiave della ricerca che l'ormai giovane donna ha intrapreso per ritrovare la sorella maggiore, che è diventata una prostituta nella Città Eterna. I destini di Mei si incroceranno con quelli di Marcello, giovane cuoco in un ristorante rivale di cucina tradizionale romana, rimasto insieme alla madre Lorena a gestire il locale dopo la sparizione di suo padre Alfredo. Annibale, un amico fraterno di Alfredo, cerca di dare loro una mano, anche perché detesta il proprietario di La città proibita e i tentativi degli immigrati di diventare "padroni in casa sua".

Laddove Lo chiamavano Jeeg Robot giocava con l'immaginario audiovisivo dei supereroi applicato alla romanità di margine, La città proibita si muove fra il Kung Fu movie, l'universo tarantiniano e la Roma multietnica.

La regia di Mainetti gestisce con destrezza le scene di azione e si confronta alla pari con i più elevati standard di professionalità del cinema internazionale, in particolar modo quello statunitense (più che quello dell'Estremo Oriente), e la fotografia di Paolo Carnera è come sempre impeccabile.

Quello che lascia purtroppo a desiderare è invece la sceneggiatura, una sorpresa essendo il team di scrittura formato dalla formidabile coppia Stefano Bises-Davide Serino, insieme allo stesso regista. L'impalcatura della trama sembra più imperniata sui messaggi da comunicare che sulla fluidità del racconto, e i personaggi risultano fra loro slegati, appaiono e scompaiono all'interno della trama, come se le loro storie individuali faticassero ad integrarsi in una narrazione coesa. L'effetto è quello di un piatto (cino-romanesco) al quale hanno lavorato troppi cuochi attingendo a ricette diverse.

La caratterizzazione più interessante (benché prevedibile visto l'interprete) è quella di Annibale, cui Marco Giallini presta una dimensione dolente e smarrita che rende più articolato il personaggio, e Sabrina Ferilli dà la sua zampata d'attrice al ruolo di Lorena, che però appare privato di una scorrevole progressione narrativa. La stessa mancanza di continuità riguarda anche il personaggio di Mr. Wang (Chunyu Shanshan), più una maschera (etnica) che un essere umano a tutto tondo. L'unica continuità è fornita da Mei (Yaxi Liu, sorprendente sia come atleta che come interprete), che però vediamo quasi sempre in fase di combattimento alla Black Mamba, senza un approfondimento su una personalità che attraversa passaggi repentini (come la trasformazione in turista giuliva nella scena del giro in motorino).

È un peccato, perché il passaggio dalla Cina alla Piazza Vittorio delle bancarelle etniche sotto i portici (poi trasferite nel 2001 al vicino mercato coperto, che appare nel film in versione notturna) è interessante e farebbe sperare in una vera contaminazione fra i mondi, così come è interessante il mix di omaggi al cinema ambientati nella Città Eterna. Anche il commento musicale mescola brani celeberrimi di Mina e De Andrè, Patty Pravo e Tom Jones in cover cinesi, alle musiche (meno emotivamente coinvolgenti) di Fabio Amurri. Ma la buona riuscita richiede un amalgama di tutti gli ingredienti, invece che un semplice accostamento. (by MyMovies.it)

Comincio subito col dire che il film ha superato ampiamente le mie aspettative. Le molteplici scene di kung fu sono bellissime, si nota che la ragazza è veramente un'atleta. Mi è piaciuta la scelta di aver ambientato un film internazionale a Roma e non solo perchè il film è di un regista italiano, se non ne eri a conoscenza, potevi pensare che non lo fosse. Gli attori sono stati tutti bravi... anche Giallini che non è tra i miei preferiti devo dire che si è calato alla perfezione nel suo personaggio che forse è il più poliedrico di tutti. Mi è piaciuto molto anche il personaggio di Marcello, così umano, così vero nei suoi sentimenti sia nei confronti della madre che del padre, che inizialmente fatica a comprendere, come è giusto che sia... è difficile per un figlio accettare che il proprio padre lasci la sua famiglia per una ragazza molto più giovane di lui, ma il detto 'all'amor non si comanda...' rimane sempre vero! Unico appunto... un pelo meno 'romanaccio' nei dialoghi poteva andare bene uguale...

Voto: 7

Perfetti sconosciuti

DINO ABBRESCIA, ALICE ALBERTINI, PAOLO BRIGUGLIA,
PAOLO CALABRESI, MASSIMO DE LORENZO,
LORENZA INDOVINA, VALERIA SOLARINO

di Paolo Genovese
scene Luigi Ferrigno
costumi Grazia Materia
luci Fabrizio Lucci                      
regia Paolo Genovese

Nuovo Teatro in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana e Lotus Production

Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale portando in scena l’adattamento di Perfetti sconosciuti.
Una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”.
Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta.
Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre sim.
Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare?
Durante una cena, un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità mettendo i propri cellulari sul tavolo, condividendo tra loro messaggi e telefonate. 
Metteranno così a conoscenza l’un l’altro i propri segreti più profondi…(dal sito del Teatro Comunale di Carpi)

Non mi ricordavo benissimo il film, ma ho trovato lo spettacolo migliore del film, meno cupo e più divertente. L'argomento in sè è ancora molto attuale nonostante siano passati già diversi anni dall'uscita del film, è impossibile conoscersi veramente e tutti abbiamo dei segreti, chi più, chi meno. Poi alcune cose forse sono portate un po' all'eccesso, forse non è poi così importante che gli amici che frequenti assiduamente non sappiano che sei gay, o meglio, in questa epoca ormai non dovrebbe più essere un problema, i problemi sono ben altri... Però il tutto è stato stemperato da momenti esilaranti e questo ha reso lo spettacolo molto godibile.

Voto: 7

Toccando il vuoto

Una produzione Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito e Argot Produzioni

con il contributo di Regione Toscana
di David Greig
traduzione Monica Capuani
con Lodo Guenzi, Eleonora Giovanardi, Giovanni Anzaldo e Matteo Gatta
regia di Silvio Peroni

Rappresentato per la prima volta in Italia, il testo del drammaturgo scozzese David Greig, Toccando il vuoto, pone alla base dell’opera il tema delle scelte, etiche e non, che circondano gli eventi.

Tratto da una storia vera, la pièce è ambientata nel 1985 durante la scalata nelle Ande Peruviane, dove gli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates restano vittime di un incidente durante la fase di discesa che provoca la caduta di Joe in un dirupo. Simon, per non rischiare di precipitare assieme al suo compagno, è costretto a tagliare la corda da arrampicata. La storia si sviluppa tra passato e presente, tra passione, sensi di colpa, amicizia e resilienza, in un tempo e spazio che si fondono costantemente, ponendo il pubblico in un interrogativo costante: «cosa avremmo fatto al posto di Simon?». (dal sito del Teatro delle Celebrazioni)

Per fortuna non avevo letto niente di questa piece teatrale, altrimenti avrei già saputo come si svolgeva la storia, che è stata rappresentata in modo che solo verso la fine si comprende che per lo più si è trattato di un sogno che ha fatto Joe. Quattro attori che hanno 'riempito' il palco manco fossero in venti!!! Ho adorato l'interpretazione di Eleonora Giovanardi, che ha reso il personaggio delle sorella di Joe veramente 'autentico' e 'forte'! Ma sono stati bravi tutti, sono riusciti a far sentire le emozioni provate in uno sport così particolare e alla portata di pochi. Cosa avremmo fatto al posto di Simon? non lo sapremo mai, perchè in certe circostanze bisogna trovarcisi, e questa è solo una metafora di tutti quei momenti difficili della vita in cui ci viene chiesto di prendere delle decisioni. Saranno quelle giuste? forse semplicemente non c'è una decisione giusta e una sbagliata, c'è quella che si riesce a prendere! 

Voto: 8

Biancaneve (2025)

Regia di Marc Webb. Un film con Rachel Zegler, Gal Gadot, Emilia Faucher, Andrew Burnap, Ansu Kabia. Cast completo Titolo originale: Snow White and the Seven Dwarfs. Genere Avventura, Drammatico, Family, - USA, Germania, 2025, durata 109 minuti.

La storia è nota: Biancaneve viene perseguitata dalla regina cattiva, sua matrigna, che la vuole morta perché lo "specchio delle sue brame" le ha detto che è Biancaneve, e non più lei, la più bella del reame. La ragazza si rifugia presso la casetta nella foresta dei sette nani ma la regina Grimilde, autotrasformata in strega, la convince ad addentare una mela avvelenata: solo un bacio d'amore potrà salvare Biancaneve dalla morte.

In questa riedizione Disney live action della celebre favola dei fratelli Grimm, la cui magnifica versione animata del 1937 fu il primo lungometraggio classico Disney e vinse un Oscar onorario, non ci sono principi.

E Biancaneve è ben più assertiva della precedente protagonista, perché suo padre l'ha cresciuta secondo i principi del coraggio, dell'impavidità e della fierezza personale.

Biancaneve live action è da un lato molto aderente al film d'animazione, del quale riproduce fedelmente alcune immagini iconiche (lo specchio, le ombre dei nani sulla parete della miniera, gli alberi minacciosi durante la fuga della protagonista nel bosco, la trasformazione della regina in "vecchia strega" dalle mani simili ad artigli), dall'altro cerca di aggiornarsi alle sensibilità contemporanee in tema di empowerment femminile, di multietnicità (Biancaneve è interpretata dall'attrice colombiana Rachel Zegler, già Maria nel West Side Story di Steven Spielberg, il cacciatore che dovrebbe ucciderla è afroamericano, e così via) e trasforma i sette nani in creature create dalla grafica computerizzata (ma dà ad un attore affetto da nanismo il ruolo più eroico). C'è persino un riguardo (di troppo) ne confronti della regina, che non verrà uccisa dai nani come nell'originale (del suo destino non diciamo per non fare spoiler).

Il cambiamento più rilevante riguarda l'interesse amoroso di Biancaneve, non più principe azzurro, ma bandito ribelle che non disdegna i furtarelli e che lotta per riportare al trono il legittimo re invece dell'usurpatrice Grimilde. Curioso anche il contrasto fra la bellissima Gal Gadot nei panni della regina e la obbiettivamente meno attraente Zegler, che tuttavia viene elevata a "più bella del reame" in virtù della sua magnificenza interiore. Il fatto che questa Biancaneve esca in pieno clima trumpiano aggiunge elementi esterni di riflessione, perché la gentilezza e l'inclusività di Biancaneve hanno la meglio sull'avidità e la superficialità della matrigna, che concentra su di sé tutte le ricchezze del regno e considera l'appeal estetico la fonte del suo potere.

Il risultato però è una versione ibrida con non pochi elementi grotteschi - in primis i sette nani in CGI - che fanno rimpiangere la morbidezza e la raffinatezza dell'animazione originale (interamente disegnata a mano). Alcune scelte, invece di limitarsi ad aggiornare la favola alla contemporaneità, in qualche modo la snaturano, togliendole quella potenza iconica che l'ha resa immortale. Se è divertente che i nani aiutino Biancaneve a rimettere a posto la loro casetta (anzi, Biancaneve canta, mentre il "lavoro sporco" lo fanno loro) appare snaturante, ad esempio, che Cucciolo, il cui mutismo era un tratto identitario, si metta di botto a parlare, con l'intento empowering di trovare la sua voce.

Biancaneve rimane a metà del guado, senza osare una vera rilettura ironica della fiaba originale, che voleva la protagonista "colf dei sette nani" e in passiva attesa di un principe azzurro che le svolti (letteralmente) l'esistenza, e allo stesso tempo rivelandosi poco rispettosa della forza originaria della favola nera dei Grimm, che costituiva una cruda metafora dell'accettabilità femminile solo in termini di attrattiva estetica, e faceva della vecchiaia la deriva horror della perdita dell'unico potere concesso alle donne. Il balletto finale in stile The Perfect Couple (o Bollywood) appare come un ulteriore segnale del desiderio di accontentare un po' tutti, con il risultato di non accontentare fino in fondo nessuno.(by MyMovies)

Io da sempre, e probabilmente fino alla fine dei miei giorni, amo le fiabe!!! Potrebbero fare mille rifacimenti di 'La Bella e la Bestia' ed io li vorrei vedere tutti!!! Quindi non potevo lasciarmi scappare questo Biancaneve, fosse altro per trovarvi i lati positivi e negativi. Dire che è brutto mi pare un po' troppo... diciamo che hanno voluto fare qualcosa di diverso, un pelo più moderno e su queste storie così classiche è normale che sia un azzardo. Però ho amato le ambientazioni, in particolare la miniera e i nani così ampiamente criticati li vorrei nel mio giardino, soprattutto quel 'pan di zucchero' di Cucciolo con i suoi immancabili occhioni. La matrigna cattiva è fantastica, con la sua canzone magistralmente cantata in italiano da Serena Rossi. Però c'è un però... grande come una casa, anzi ce ne sono due... il primo è che non si può vedere quella fiaba senza il Principe Azzurro, fatto diventare per l'occasione un bandito nonostante il suo portamento tipicamente da 'principe' e il secondo, ahimè... è Biancaneve!!! Insomma proprio non mi è piaciuta, quando la matrigna chiedeva allo specchio magico chi era la più bella del reame e lui rispondeva Biancaneve a me veniva da rispondere... 'DOVE???' ma poi al termine anche lui lo ha detto che Biancaneve era 'interiormente' molto più bella di lei... e così sì che ci sta! 😆Ma non ne faccio nemmeno una questione di bellezza e di mancata coerenza tra il suo nome ed il colore ambrato della sua pelle, non mi è piaciuta la sua recitazione e le sue espressioni sempre poco convincenti.

Voto: 6,5 (solo perchè LE FIABE SONO SEMPRE BELLE!!!)

giovedì 20 marzo 2025

Lame di luce

di Michael Connelly

Il detective Harry Bosch ha chiuso il distintivo nel cassetto: dopo ventotto anni ha lasciato la polizia di Los Angeles. Ma la ricerca della verità è per lui un'ossessione, una febbre che gli impedisce di trovare pace. Nella sua mente è ancora viva l'immagine di Angela Benton, strangolata quattro anni prima: i seni scoperti, gli occhi spalancati, le mani alzate sopra la testa, in un'implorante richiesta d'aiuto. La telefonata di Lawton Cross, poliziotto che si era occupato dell'indagine dopo di lui, è la molla che spinge Bosch ad agire. La vittima lavorava come assistente di un famoso produttore di Hollywood e tutti gli indizi sembrano collegare la sua morte a una rapina da due milioni di dollari avvenuta sul set di un grande film d'azione.(by Amazon.it)

Harry Bosch è in pensione, o meglio è un detective privato che lavora per se stesso, ad un caso che gli è stato tolto troppo presto... ma sorprendentemente si apre uno scenario molto complicato che riguarda l'omicidio di Angela Benton, dove sono implicati polizia, FBI e personaggi poco raccomandabili il cui unico desiderio è fare soldi. Ma Eleanor Wish, sua compagna di alcuni anni prima indimenticata, sembra essere l'unica ancora di salvezza ed al termine del romanzo si comprende finalmente cosa nasconde il suo fare circospetto. Maddie, una bimba di 4 anni, con gli occhi uguali a quelli Harry, entra nella vita del detective come un raggio di sole! 

Mickey 17

Regia di Bong Joon-ho. Un film con Robert Pattinson, Naomi Ackie, Steven Yeun, Toni Collette, Mark Ruffalo. Cast completo Genere Avventura, Drammatico, Fantasy, - USA, Gran Bretagna, 2025, durata 139 minuti. Uscita cinema giovedì 6 marzo 2025 distribuito da Warner Bros Italia.

Nel 2054, la mancanza di opportunità sulla Terra spinge le masse al pellegrinaggio interstellare, che inevitabilmente vuol dire sfruttamento da parte di potenti demagoghi al comando di queste spedizioni. Uno di loro è Kenneth Marshall, politico fallito in cerca di una nuova era per l'umanità su un pianeta inospitale abitato da strane creature. Per sfuggire a dei pericolosi usurai, Mickey Barnes accetta di imbarcarsi sull'astronave firmando un contratto da expendable, tuttofare destinati a morire ripetutamente grazie a una tecnologia che consente di "ristampare" un corpo all'infinito mantenendone la coscienza.

Tale era stato l'impatto culturale e cinematografico di Parasite che non sembrano sei gli anni che lo separano dal ritorno di Bong Joon-Ho con Mickey 17.

Nell'adattare un romanzo di Edward Ashton, Bong si confronta con la sua produzione finora più imponente, un'enorme giostra sci-fi che ha il merito di saper essere strana e bizzarra in un panorama sempre più omologato. Al tempo stesso, come accade per tanti maestri del cinema internazionale, il passaggio ai grandi budget e alle star anglosassoni finisce per creare un effetto "parco giochi" che attenua la verve originale del regista e lo porta a ripetersi.

C'è dunque tanto del Bong che conosciamo nella plastica e propulsiva baraonda spaziale di Mickey 17: le disuguaglianze sociali di Snowpiercer, le simpatiche creature digitali come in Okja, una galleria sempre più barocca di villain in pieno delirio di potere (stavolta Toni Collette e Mark Ruffalo, nei panni di un riuscito Trump di quart'ordine che si crede condottiero del nuovo mondo). C'è anche, ovviamente, Robert Pattinson che si sdoppia nei ruoli di Mickey 17 e 18, due delle sue tante copie sacrificabili che dovrebbero alternarsi in seguito alla morte ricorrente ma che qui si sovrappongono nella loro diversità - soprattutto la voce, con un lavoro notevole sul numero 17 non per la prima volta nella carriera dell'attore - e si troveranno al centro della rivoluzione.

Benché il gancio della storia risieda nella gag della "morte di routine" (il povero Mickey è così abituato a finire cadavere nel fuoco che i cruenti e fantasiosi decenni finiscono per venirgli a noia), il dispositivo non diventa mai un vero e proprio motivo filmico in stile Edge of Tomorrow. Bong è più interessato a rompere il sistema che ad ammirarlo in funzione, e i suoi temi abituali di ambientalismo, bene comune e ribellione di fronte alle ingiustizie richiedono esplosività sovversiva.

La capacità del regista di creare momenti di cinema, complici gli impeccabili valori produttivi degli effetti speciali e della fotografia di Darius Khondji, continua ad avere pochi eguali. Lo stesso può dirsi del suo gusto peculiare a livello di tono, sospeso tra il grottesco, la commedia e il drammatico in quella che è ormai una sorta di firma personale: mai troppo assurdo da minare il pathos, né pienamente addentro al linguaggio convenzionale del genere sci-fi declinato all'hollywoodiana.

Il problema casomai è Bong stesso e il suo universo già esistente, così ricco e vivido, che dopo Snowpiercer è sempre sembrato un po' asfittico al di fuori del fenomeno Parasite. Chissà che la strada giusta non sia quella di un ritorno sulla Terra per uno dei registi sinonimi con l'epoca dorata del cinema coreano. (by MyMovies.it)

Se la trama sembra banale, con note umoristiche sicuramente da non sottovalutare, sotto sotto è un film che fa riflettere. La duplicità di un essere umano che per 17/18 volte, nonostante sia uguale risulta diverso, la dice lunga su quanto l'essere umano in realtà sia complicato. Tutti noi abbiamo mille lati del nostro carattere e a seconda di quale prevale, può sembrare che si abbia a che fare con persone diverse. Ma alla fine il cuore è sempre lo stesso e le decisioni piùà importanti vengono prese con quello... Ho trovato questo film molto divertente, Tobert Pattinson in generale non mi piace tantissimo, ma in questo film mi ha convinto e Mark Ruffalo, nei suoi personaggi un po' 'border line' per me è il TOP!

Voto: 7,5

 

Anora

Regia di Sean Baker (II). Un film Da vedere 2024 con Mikey Madison, Mark Eydelshteyn, Yuriy Borisov, Karren Karagulian, Ivy Wolk. Cast completo Genere Drammatico, - USA, 2024, durata 138 minuti. Uscita cinema giovedì 7 novembre 2024 distribuito da Universal Pictures.

Anora detta Ani è una ballerina erotica americana di origine russa esperta in lap dance che porta i clienti nei privé offrendo loro servizi extra a pagamento Un giorno nel locale dove lavora arriva Ivan, un ragazzo russo che pare entusiasta di lei e dei suoi molti talenti. Il giorno dopo Ivan invita a casa sua, e Ani scopre che il ragazzo vive in una megavilla ed è figlio unico di un oligarca multimiliardario. Le cose fra i due ragazzi vanno così bene che Ivan porta Ani a Las Vegas e là le chiede di sposarlo. Ma i genitori di lui non sono affatto d'accordo, e mandano una piccola "squadra di intervento" a recuperare il figlio dissennato. Quella che seguirà è una rocambolesca avventura ricca di sorprese , che tuttavia non dimentica di avere un cuore e un occhio alla realtà anche all'interno dell'esagerazione comica.

Con Anora il regista americano Sean Baker si cimenta con la "broad comedy" stile Una notte da leoni (indicativo il passaggio a Las Vegas) e la concitazione dei film dei fratelli Safdie, ma mantiene uno stile indie personale e un piglio autoriale riscontrabili in regia, scrittura e montaggio, tutti peraltro firmati personalmente da Baker, che è anche direttore di casting per il suo film: e il cast è responsabile di una parte importante della sua riuscita.

Mikey Madison, già apparsa in Once Upon a Time in Hollywood, tiene magnificamente la scena nei panni della protagonista, disincantata ma non priva di speranza, realista ma non priva di sogni, irriducibile e mai incasellabile in qualche facile stereotipo. Accanto a lei c'è un gruppo di magnifici interpreti maschili, fra cui spiccano l'irresistibile giovane attore russo Mark Eydelshteyn (una versione più genuina e divertente di Timothée Chalamet nel ruolo di Ivan) e il veterano attore armeno Karren Karaguilian (atore feticcio di Baker qui nei panni di Toros, il padrino di Ivan). Il più bravo è come sempre il russo Yura Borisov (il "gopnik" Igor), già apprezzato in Scompartimento n. 6 e in Captain Volkogonov escaped, cui spetta qui una delle risposte più belle riguardo alla violenza sulle donne.

Il gioco iniziale è quello di raccontare una storia alla Pretty Woman, di cui Anora cita sia uno degli scambi di battute più iconici ("Avrei accettato per duemila" "Sarei arrivato a quattro") che il nome di Cenerentola abbinato ad una parolaccia, sia infine l'imperativo della protagonista di non baciare sulla bocca i suoi clienti.

Ma la storia di Anora prende tutt'altra piega e dà spazio alle dinamiche fra i personaggi, anche loro apparentemente classificabili secondo le maschere ricorrenti del cinema americano e invece mai così scontati. E il pericolo reale che Ani correrà nel corso della storia è ad appena mezzo grado di separazione dallo svolgimento comico della vicenda narrata.

La regia ricorda lo Scorsese muscolare dei "bravi ragazzi" (la fotografia, come in Red Rocket, è di Drew Daniels), il montaggio è concitato ma fluido, la sceneggiatura vivace e piena di battute perfette per i personaggi che le pronunciano, perché Anora è uno di quei rari film contemporanei in cui contano in egual misura l'azione e i caratteri, anzi, l'azione è una diretta conseguenza delle personalità in scena, che sono coerenti nel loro sviluppo e non interagiscono mai a casaccio, nemmeno nell'hellzapoppin che si viene a creare.

Baker sottolinea ancora una volta la tristezza e lo squallore dei sogni preconfezionati che molti giovani americani scambiano per aspirazioni alte: ad esempio Ani ipotizza come viaggio di nozze Disneyland, il che è anche un riferimento al precedente film di Baker Un sogno chiamato Florida.

Anora è un film divertentissimo ma con una dark side molto oscura, e accompagna il talento multiforme di Sean Baker nel suo passaggio ad un'accessibilità da grande pubblico, senza per questo fargli perdere la propria cifra autoriale e indipendente. E il sesso, come in tutta a filmografia di Baker, è centrale in tutti i suoi significati (by MyMovies.it)

Ho trovato la prima parte del film un po' noiosa, una volta inquadrata la situazione di Anora e il tipo di relazione che si stava instaurando con Ivan, si potevano saltare alcuni festini e le loro conseguenze... Ma dopo il matrimonio, il film prende un altro ritmo, l'intervento degli scagnozzi del padre di Ivan, nonchè l'arrivo di mamma e papà, rendono questo film molto divertente. Una menzione particolare per la doppiatrice del personaggio di Anora... non sta un attimo zitta, tra improperi ed esclamazioni mentre gli altri conversano in sua presenza come se lei non ci fosse... deve essere stato un vero 'lavoraccio'. Che poi questo film meritasse tutti questi Oscar... ho i miei dubbi, ma sicuramente l'interpretazione del personaggio di Anora è molto impegnativo.

Voto: 7

 

martedì 11 marzo 2025

Suzume

di Makoto Shinkai

In una tranquilla cittadina del Kyushu, la giovane Suzume si imbatte in una curiosa porta, che si erige intatta tra le rovine di un edificio fatiscente, come se fosse stata salvata per magia dalla devastazione. La porta non si apre su nulla ma la ragazza sente comunque l’impulso di girarne il pomello e di spalancarla. Di colpo, in seguito al suo gesto, una serie di altre porte altrettanto misteriose, sparse in tutto il Giappone, iniziano ad aprirsi una dopo l’altra... ma dovranno essere richiuse al più presto, o la calamità che si nasconde dall’altra parte sarà libera di abbattersi sul Paese. Seguendo il mistico richiamo delle porte, inizia così per Suzume un incredibile viaggio per chiuderle tutte, come una novella Pandora che tenta di sigillare il proverbiale vaso. (by Amazon.it)

Premetto di aver visto diverso tempo fa il film al cinema, in una di quelle rassegne 'anime' speciali e di essermene innamorata, un po' come con 'Your Name'... ed il romanzo, che non è altro che una  trasposizione del film (al termine del libro c'è una nota dell'autore in cui spiega che la scrittura di questo libro si è svolta in contemporanea con la realizzazione del film...) mi è piaciuto davvero molto. Adesso non mi resta che rivedere il film, per gustarmi alcuni particolari che la mia memoria scarsa ha dimenticato! Ho trovato il romanzo molto particolareggiato, forse a tratti troppo, perchè comunque resta difficile descrivere un'ambietazione di fantasia, ricca di colori e di eventi sovrannaturali... ecco perchè penso che questi romanzi, strettamente connessi con i relativi film, andrebbero gustati in contemporanea, per poter fare confronti tra quello che si immagina mentre di legge e quello che è stato realizzato nel film. La storia poi è molto bella, deve piacere il genere, questo è chiaro, ma amo queste vicende che nascondono dei significati molto profondi al loro interno. Anche in questo caso si tratta di un viaggio interiore ed esteriore, che porta ad una conoscenza/crescita della protagonista Suzume.

lunedì 10 marzo 2025

La zona d'interesse

La zona d'interesse (The Zone of Interest) è un film drammatico del 2023 scritto e diretto da Jonathan Glazer, vincitore di due premi Oscar: miglior film internazionale e miglior sonoro.

La pellicola, adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo del 2014 scritto da Martin Amis, è stata presentata in concorso al Festival di Cannes 2023.[1]

Il film è stato inoltre definito uno dei cinque migliori film internazionali in assoluto del 2023 secondo il National Board of Review.

1942. Rudolf Höß, l'SS a comando del campo di concentramento di Auschwitz, sua moglie Hedwig e i loro cinque figli vivono tranquillamente la propria "idilliaca" quotidianità all'interno della cosiddetta "zona di interesse" (Interessengebiet), un'area di circa 25 miglia attorno al campo di concentramento, ignorando volutamente gli spari, le urla e rumori di treni e fornaci provenienti dall'altra parte del muro che divide casa e campo. Rudolf porta i figli a nuotare e a pescare mentre alcuni detenuti lo aiutano con i lavori più pesanti, invece Hedwig cura il giardino, che ha progettato lei stessa, e si occupa della casa aiutata da alcune ragazze polacche, una delle quali, la notte, esce di nascosto dalla casa per nascondere del cibo nei luoghi di lavoro dei prigionieri; inoltre, occasionalmente, gli effetti personali dei prigionieri (abiti, gioielli o cosmetici) vengono consegnati agli Höß, che se ne appropriano incuranti della loro provenienza (es.: una delle figlie si mette a dieta pur di indossare un abito pur sapendo che l’ex proprietaria, in quel momento, stia morendo di fame).

Col tempo, mentre il campo diventa sempre più efficiente con Rudolf che approva il progetto di un nuovo crematorio realizzato da J.A. Topf und Söhne e il giardino della casa diventa sempre più rigoglioso e fiorito grazie a Hedwig, la famiglia incappa nei primi inconvenienti del vivere così vicina al campo: prima i bambini entrando in contatto con le ceneri umane disperse nel fiume dove stanno pescando e, in seguito, la madre di Hedwig, giunta in visita, se ne va di nascosto (lascia un biglietto alla figlia, che lei brucia irritata) perché sconvolta dalle fiamme del crematorio visibili dalla camera delle bambine.

A novembre, Höß riceve l’ordine di trasferirsi a Oranienburg, vicino a Berlino, così Hedwig, scontenta della notizia, gli chiede di convincere i suoi superiori a lasciare che lei e i bambini rimangano in quella casa, seppur ciò significhi che rimarrà lontana dal marito per vari mesi. Mentre Höß, prima di partire, ha un rapporto sessuale con una ragazza,[2] la richiesta di Hedwig viene accolta permettendo a lei e ai bambini di continuare la propria vita in quello che loro definiscono il loro piccolo "paradiso".

Arrivato a Berlino, Höß viene incaricato da Oswald Pohl di dirigere l’Aktion Höß, un’operazione a lui intitolata che consiste nel trasporto di 800.000 ebrei ungheresi nei diversi campi di concentramento del Reich, e che permetterà all'uomo di tornare ad Auschwitz e ricongiungersi alla sua famiglia.

Dopo la festa organizzata dall'Ufficio centrale economico e amministrativo delle SS, Höß, che ha passato la serata pensando al modo più efficace per gassare tutti i partecipanti, ha dei conati di vomito così, cercando di scoprire se qualcuno l'ha visto, scruta i corridoi che si trasformano nel Museo statale di Auschwitz-Birkenau, in cui delle inservienti passano tra le camere a gas, i forni crematori e le stanze in cui sono conservate le migliaia di oggetti personali delle vittime per pulire.(by Wikipedia)

Un film sicuramente sconvolgente... dal mio punto di vista è incomprensibile come la famiglia intera possa aver vissuto un'esistenza normale senza fare caso a tutto quello che succedeva a pochi passi. Non si può certo dire che non se ne accorgessero, per tutto il film i rumori di sottofondo sono inequivocabili, ma la famiglia continua a vivere come se nulla fosse. Quando la moglie si rifiuta di seguire suo marito adducendo che i figli si sono ambientati e sono 'felici', mi si è gelato il sangue... come è possibile pensare di crescere figli nella convinzione così sbagliata di essere talmente superiori da poter decidere della vita o della morte di persone come te... Eppure sono sicura che questo film sia riuscito a catturare la vera essenza dei pensieri di chi credeva ciecamente che Hitler avesse ragione. Purtroppo, mi sento di dire, che siamo destinati a convivere sempre con personaggi di questo tipo, altrimenti le guerre probabilmente non ci sarebbero, ci sarà sempre qualcuno che pensa di avere dei 'diritti' sugli altri, di valere di più e per me non c'è niente di più sbagliato di chi crede che queste persone siano nel giusto!

Voto: 8

Roberto Bolle & Friends

La magia della grande danza di Roberto Bolle torna con il suo Gala Roberto Bolle and Friends al Teatro EuropAuditorium. C’è ancora riserbo sul cast che accompagnerà l’Étoile in questi nuovi appuntamenti per un programma che viene ideato dal Maestro Roberto Bolle mescolando repertorio classico e contemporaneo, pezzi inediti a grandi cavalli di battaglia. Sempre all’insegna della grande danza internazionale. (dal sito del Teatro EuropAuditorium)

Purtroppo dopo aver visto uno spettacolo di questo tipo, non potrò più andare a vedere nessun spettacolo di ballo classico... perchè non potrà mai essere a questo livello. E' stato bellissimo ed io non me ne intendo di balletto classico, ma proprio per questo, lo spettacolo così 'variegato', con un mix di moderno e classico è stato piacevole ed emozionante. Roberto è straordinario, ha una capacità comunicativa con i suoi movimenti che è ineguagliabile. La sua fisicità è un valore aggiunto, si direbbe che essendo molto alto e molto fisicato potesse risultare poco fluido nei movimenti, ed invece, al contrario, riesce ad utilizzare il suo corpo per 'parlare' con i movimenti. Bravissimi anche tutti gli altri ballerini che lo accompagnano in questo spettacolo, un mix veramente molto equilibrato. Se dovessi scegliere un balletto tra quelli che ho visto, probabilmente scegliere il duetto che Roberto ha eseguito insieme ad un altro ballerino... veramente particolare ed emozionante.

Voto: 9 (non ho dato 10 perchè avrei voluto vedere qualche numero in più 😊)

venerdì 7 marzo 2025

A real pain

Regia di Jesse Eisenberg. Un film Da vedere 2024 con Jesse Eisenberg, Kieran Culkin, Will Sharpe, Jennifer Grey, Kurt Egyiawan. Cast completo Genere Drammatico, - USA, 2024, durata 90 minuti. Uscita cinema giovedì 27 febbraio 2025 distribuito da Walt Disney. O

David e Benji, due cugini non in sintonia tra loro, che si ritrovano per un tour in Polonia in onore della loro amata nonna. Il film ha ottenuto 2 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, 4 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, ha vinto 2 BAFTA, Il film è stato premiato a National Board, 2 candidature a Critics Choice Award, ha vinto un premio ai SAG Awards, ha vinto 2 Spirit Awards, 1 candidatura a Writers Guild Awards, 1 candidatura a Producers Guild, a AFI Awards, ha vinto 2 NSFC Awards, A Real Pain è 9° in classifica al Box Office. mercoledì 5 marzo ha incassato € 31.510,00 e registrato 5.445 presenze.

David e Benji, due cugini diversissimi tra loro, si ritrovano all'aeroporto. Il primo vive a Brooklyn, è sposato e ha un figlio. Il secondo è uno spirito più libero dal carattere imprevedibile. Nati a tre settimane di distanza, sono stati molto legati durante l'infanzia, poi la loro vita ha preso delle strade divergenti. Hanno così deciso di partire per la Polonia per onorare la loro amata nonna Dory scomparsa da poco e connettersi con la sua storia passata. Giunti sul posto, si uniscono a un gruppo per un tour turistico di cui fanno parte un gruppo di persone che hanno un legame o un trauma legati alla ebraicità: i nonni di Marcia sono fuggiti dall'Olocausto, Mark e Diane hanno origini ebraiche-polacche ed Eloge è sfuggito al genocidio in Ruanda e si è convertito al giudaismo in Canada. La loro guida James invece sta cercando di fare al meglio il suo lavoro. Nel corso del viaggio, tra imprevisti e situazioni tragicomiche, riemergono le tensioni del passato della loro storia familiare.

Ci pensava da tempo Jesse Eisenberg ad A Real Pain, da quando ha fatto un viaggio in Polonia che ha ispirato anche un'opera teatrale, The Revisionist che ha debuttato nel 2013 nel teatro off Broadway.

Lì l'attore ha recitato la parte di un giovane statunitense, che si chiama sempre David, che è andato a trovare una cugina polacca più grande di lui, una sopravvissuta all'Olocausto, interpretata da Vanessa Redgrave. Forse è proprio in questo passaggio cinematografico che Eisenberg ha cercato di liberarsi da una struttura teatrale che poteva ingabbiare la vicenda. Ha viaggiato attraverso la Polonia affidandosi alle luci di Michael Dymek, il direttore della fotografia di EO di Skolimowski per un dramedy on the road sul tema della memoria privata e storica.

Il film è ambizioso ma anche decisamente sentito e gli dà l'opportunità di confrontarsi con le sue origini ebraiche e polacche. Anche questo suo secondo lungometraggio come regista, dopo When You Finish Saving the World, è un'altra storia di famiglia ma, pur essendo molto scritto, è decisamente un passo avanti rispetto al suo esordio. Guarda i luoghi con lo spaesamento ma anche la contagiosa sorpresa del cinema di Linklater, soprattutto nella scena davanti al Monumento agli eroi del ghetto a Varsavia dove c'è una simulazione del combattimento degli eroi ebrei contro i nazisti, ma anche in tutta la parte del viaggio in treno quando David e Benjii saltano la fermata.

Il personaggio interpretato da Eisenberg sembra un osservatore esterno, soprattutto davanti all'esuberanza del cugino dove Kieran Culkin porta sullo schermo con versatilità una figura che sembra molto vitale mentre in realtà è estremamente fragile. David è soprattutto elemento di supporto agli altri personaggi e si prende la scena solo nella parte iniziale con i molti messaggi lasciati al cugino prima di lasciarla quasi del tutto a Culkin, ormai impressionante nel mettere a fuoco anche le più piccole sfumature dei suoi personaggi dopo la figura di Roman Roy nella serie Succession.

I due attori sono diversissimi tra loro ma proprio per questo funzionano bene insieme. A Real Pain scopre progressivamente le loro ferite familiari ma anche il loro legame. Si può vedere anche nella scena in cui David mostra a Benji il video del figlio che conosce benissimo il numero dei piani dei più importanti edifici di New York. Il personaggio interpretato da Culkin lo guarda divertito ma anche con sincera partecipazione.

Probabilmente il film non riesce a centrare gli altri personaggi come è riuscito a fare con i due protagonisti, anche se trova delle intermittenti corrispondenze con quello di Marcia, interpretata da Jennifer Grey famosa soprattutto per il ruolo della diciassettenne 'Baby' che ha fatto coppia con Patrick Swayze in Dirty Dancing.

Trova però il suo 'autentico dolore' nella scena in cui David e Benji lasciano delle pietre davanti la porta della nonna e soprattutto in tutta la parte ambientata nel campo di concentramento di Majdanek con le immagini dei forni, le camere a gas e le macchie blu sulle pareti dei muri.

Lì il film, ma anche lo sguardo di Eisenberg regista, si prende il suo tempo davanti alle cicatrici della Shoah. Lo fa attraverso un contagioso silenzio, evidente anche nello stacco dell'inquadratura successiva sull'immagine del pullman prima che la musica riparta.

Sono due film diversissimi ma l'effetto è simile a quello di Austerlitz di Loznitsa senza però nessuna traccia documentaristica. Ed è la conferma di come questo film, questa storia, appartiene autenticamente a Eisenberg e l'ha mostrata nell'unico modo che ha potuto. Il risultato alla fine gli ha dato ragione. (by MyMovies.it)

Sono in difficoltà a dare un giudizio a questo film, perchè come prima impressione non mi è piaciuto, quando sono uscita dal cinema la prima cosa che ho pensato è che per fortuna è breve, ma a giorni di distanza, continuo a pensarci, e questo significa che mi ha lasciato qualcosa, o forse semplicemente non l'ho capito! Sinceramente devo ammettere che questa sensazione potrebbe anche non essere veritiera, forse non c'è nulla da capire ed è semplicemente la storia di due cugini che da ragazzi erano molto legati e da adulti le loro vite li hanno portati in direzioni diverse. Nel tentativo di rivivere i tempi andati decidono di fare questo viaggio improbabile nel paese natale della nonna, anche se sembrano lontani anni luce da quella vita. Il film poi inizia e finisce nel medesimo modo, questo mi disturba molto... mi aspettavo un 'viaggio' anche psicologico, invece sembra che tutto sia rimasto inalterato, quindi ci si domanda il perchè di tutto questo... Il carattere esuberante di Benji risulta a tratti fastidioso per poi evolversi in una fragilità inaspettata, ma anche questo tutto sommato passa inosservato e le preoccupazioni di David nei suoi confronti sembrano svanire immediatamente al suo ritorno in famiglia... Per non parlare di quello che si è visto dei posti visitati, sicuramente non invogliano ad un tour turistico e non sto parlando della visita al campo di concentramento, forse quella è l'unica parte che mi è piaciuta davvero, perchè è riuscito a far sentire i sentimenti che si provano quando si visita un sito di questo genere.

Voto: 6,5