GIUSEPPE BATTISTON
tratto da La Valigia di Sergei Dovlatov
traduzione Laura Salmon
adattamento Paola Rota e Giuseppe Battiston
scena Nicolas Bovey
costumi Vanessa Sannino
luci Andrea Violato
suono e musica Angelo Elle
regia Paola Rota
produzione Gli Ipocriti – Melina Balsamo
Quando
si parte per non tornare mai più, come si guarda ad ogni oggetto che si
lascia? E soprattutto, come si guarda ad ogni oggetto che si prende con
sé? E questi oggetti, che peso avranno nella nostra nuova vita?
“La
Valigia” è il contenitore immaginario di una storia dissacrante e
ironica, e il suo protagonista Sergei Dovlatov si racconta attraverso
l’amore e l’odio (ma più d’amore si tratta a dire il vero) verso il
paese che ha lasciato. Lo fa per mezzo di una carrellata di personaggi,
quasi fantasmi che riemergono da una memoria tanto lontana quanto
vivida: uomini e donne raccontati con i filtri della distorsione e della
comicità.
La valigia, così
personale e unica, di Dovlatov diventa metafora della diasporica
condizione umana: emigranti dello spazio e del tempo. Emigriamo dalla
nostra giovinezza, da un passato fatto di persone, immagini, episodi e
sentimenti che il ricordo ha la forza di immortalare e resuscitare.
Attraverso
alcuni oggetti e i ricordi che questi attivano, Battiston dà vita sul
palcoscenico ai personaggi indimenticabili che hanno fatto parte della
vita di Dovlatov. Pare ci sia un test psicologico per capire lo stato
d’animo di chi parte per sempre: scegliere otto oggetti, associarne un
ricordo e poi un sentimento per ognuno, il sentimento prevalente sarà lo
stato d’animo dell’emigrante. Il pubblico si troverà inconsapevole a
giocare insieme a Battiston per scoprire che il sentimento di Dovlatov
non è solo la libertà, ma qualcosa di più profondo che dove è arrivato
non è così facile trovare. In questo continuo passaggio tra presente e
passato, si articola lo spettacolo che usa come dispositivo narrativo e
evocativo uno studio radiofonico, attingendo alla storia di Dovlatov
giornalista e reporter. Un animatore si aggancia al mondo sonoro per
evocare la propria storia, ma a chi parliamo quando parliamo alla radio?
E chi ci ascolta? Non lo sappiamo, così Dovlatov, per il quale è forse
più importante rivivere il racconto.
Un
testo che insegna a rispettare ciò che rispettabile non è, che aiuta a
comprendere come, a dispetto di ogni logica, i valori umani esistono
solo al di fuori delle convenzioni.
Ma cosa contiene questa valigia dimenticata che casualmente un giorno salta fuori dall’armadio? (dal sito del Teatro Comunale di Carpi)
Non mi è piaciuto, non l'ho capito, l'ho trovato dispersivo e non sono riuscita a rimanere collegata ai vari personaggi rappresentati, insomma mi sono persa. Chiaramente questo può essere un problema mio, forse non ero predisposta al viaggio che questo spettacolo intendeva farmi fare, ma al termine della rappresentazione ho tirato un sospiro di sollievo, come se avessi perso tempo nel tentativo di comprendere il significato di qualcosa che mi è risultato incomprensibile.
Voto: 5
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