LINO GUANCIALE, FRANCESCO MONTANARI
di Davide Sacco
scene Luigi Sacco
luci Andrea Pistoia
organizzazione Ilaria Ceci, Luigi Cosimelli
regia Davide Sacco
produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini, LVF, Teatro Manini di Narni
Una stanza spoglia, in un capannone abbandonato. I rumori della fabbrica fuori e il silenzio totale all'interno. Paolo Veres è seduto alla sua scrivania, è l'uomo più crudele del mondo, o almeno questa è la considerazione che la gente ha di lui. Proprietario della più importante azienda di armi d'Europa, ha fama di uomo schivo e riservato. Davanti a lui un giovane giornalista di una testata locale è stato scelto per intervistarlo, ma la chiacchierata prende subito una strana piega. “Lei crede ancora che si possa andare avanti dopo questa notte… lei crede che questa vita domani mattina sarà la stessa che viveva prima?” dirà Veres al giornalista. In un susseguirsi di serrati dialoghi emergeranno le personalità dei due personaggi e il loro passato, fino a un finale che ribalterà ogni prospettiva. (dal sito del Teatro Comunale di Carpi)
Uno spettacolo intenso, che dura poco pià di un'ora, ma non poteva essere più lungo, perchè è un lungo monologo a due, in cui i personaggi si scoprono a suon di chiacchiere che solo alla fine si comprendono appieno. In effetti, inizialmente, pensavo che fosse quasi un esercizio di 'stile', dove gli attori ed in particolare Lino Guanciale, mostrava agli spettatori le sue innate capacità di intrattenere il pubblico dicendo 'cose a caso'. Ma poi, piano piano le cose cambiano, il suo interlocutore inizia a 'rispondere' alle sue continue provocazioni, e si scopre, un po' alla volta, rendendo sempre più evidente la sua natura.
Voto: 7,5
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