mercoledì 23 novembre 2011

Prima pagina

di Ben Hecht e Charles Mac Arthura

dattamento Edoardo Erba

con Gianmarco Tognazzi, Bruno Armando, Roberto Tesconi

e con la partecipazione di Mimmo Mignemi

regia Francesco Tavassi

"Il mestiere del giornalismo; avvolto da un'aurea di fascino che lo porta ad essere amato, ad essere considerato il quarto potere. Ma allo stesso tempo il giornalismo accusato spesso di cinismo, tanto da essere bistrattato. Lo scoop e l'anteprima; obiettivi, questi, che potrebbero essere anteposti a qualsiasi morale. La doppia faccia di una medaglia, la stessa che viene portata in scena con calda partecipazione da Gianmarco Tognazzi e Bruno Armando, protagonisti di "Prima pagina", la commedia dal sapore grottesco di Ben Hecht e Charles Mac Arthur. Siamo nella Chicago, anno 1929. Il reporter Hildy Johnson intende sposarsi e lasciare la vita del cronista per quella del pubblicitario. Burns, il suo direttore, cerca di trattenerlo affidandogli la cronaca scottante di una probabile condanna a morte, quella dell'anarco-marxista Earl Williams, condannato con la falsa accusa di omicidio. Ma il condannato fugge e casca in braccio proprio a Johnson, che riprende immediatamente il suo posto di sensazionale informatore della pubblica opinione. Battute folgoranti ed una riflessione sui delicati rapporti che generano l'informazione sono i contenuti di questo spettacolo che, se all'apparenza può essere considerato una commedia leggera, una divertente indagine sul mondo della stampa, sull'orgoglio e la vanità di una categoria spesso disposta a tutto pur di uscire in edizione straordinaria, a ben vedere è pervasa di un amaro e sottile senso dell'umorismo che analizza pregi e difetti di tutta una classe sociale americana, portando alla luce una coraggiosa denuncia dei limiti del diritto di cronaca e dell'assurdità della pena di morte, del degrado dell'autorità e del potere coercitivo dell'informazione. La forza dell'impianto sta proprio nella lucida alternanza di situazioni assolutamente comiche con altre ferocemente realistiche. La spietata e movimentata caccia all'uomo, condotta non in nome di un ideale di giustizia ma da una semplice soddisfazione di bassi e meschini interessi, alla fine della commedia, danno all'atteggiamento dei protagonisti un carattere di grottesca sproporzione in cui, al di sopra della risata, affiora un gelido, tremendo giudizio.


Spettacolo piacevole, dal ritmo sostenuto con quel gusto retrò degli anni 20 che lo rendono molto simpatico. I due interpreti principali sono stati bravissimi, soprattutto Giammarco mi ha stupito per la sua versatilità e per la presenza scenica. E' uno spettacolo particolare, è sì una commedia, ma, anche se ambientata in un momento storico così lontano dal nostro, molto attuale. In un'epoca come la nostra, in cui i media la fanno da padrone, è facile immaginarsi orde di giornalisti che darebbero qualsiasi cosa per 'stare sulla notizia'. Se da una parte la trovo una cosa molto importante ed a volte necessaria per denunciare situazioni che vanno denunciate, a volte penso che si esageri, che si tendi a guardare quasi con morbosità storie che ad un certo punto andrebbero chiuse, soprattutto per riguardo alle persone coinvolte. Quindi questo spettacolo, la cui visione lascia un sorriso ironico sulle labbra, fa anche riflettere e non è mai un male...

Nessun commento:

Posta un commento

Lasciate un commento... voi che leggete...