1999. Efisio Mulas vive in una casa sul magnifico mare della Sardegna del Sud, pascolando le sue mucche sulla spiaggia. Sua moglie e sua figlia Francesca si sono trasferite nel paese vicino, Bellesamanna, ma lui non abbandona quella dimora fatiscente che era di suo padre e di suo nonno. E non lo fa nemmeno quando un gruppo immobiliare milanese, che vuole costruire un resort a cinque stelle ecosostenibile proprio lungo quel tratto di costa, gli offre una cifra consistente per andarsene. Gli abitanti di Bellesamanna hanno già ceduto alle lusinghe del gruppo immobiliare, anche perché è stata promessa loro l'assunzione (in ruoli ancillari, naturalmente) nel futuro resort, ma lui ripete che "casa sua non ha prezzo". Dunque l'amministratore delegato del gruppo immobiliare manda sul posto il suo fidato capocantiere, Mariano "il palermitano", per convincere Efisio a cedere. E Francesca si ritrova in mezzo fra la solidarietà verso il padre (e la terra di Sardegna) e l'ostilità della sua comunità.
La vita va così segue una falsariga simile a quella del recente successo di Riccardo Milani Un mondo a parte.
La fotografia di una zona
d'Italia isolata (qui letteralmente, trattandosi di un'isola), che deve
fare i conti con la necessità di adeguarsi alle esigenze del presente e
l'opposta volontà di rimanere fedeli alle proprie radici.
Ultimamente una storia simile a quella di La vita va così (peraltro basato su una vicenda reale) è stata raccontata dal drammatico Anna di Marco Amenta e dal comico-romantico Paradiso in vendita di Luca Barbareschi. Qui la declinazione è prevalentemente di commedia, facendo leva anche su qualche accenno stereotipato (come già in Un mondo a parte),
ma si sente un genuino amore per la Sardegna e la sua gente, lo stesso
che ha portato il calciatore Gigi Riva (protagonista del bel
documentario di Milani Nel nostro cielo un rombo di tuono) a farne la sua terra di adozione.
A Riva Milani, regista e coautore della sceneggiatura con Michele
Astori, dedica il suo film, e non sono poche le frecciate agli
speculatori edilizi che hanno massacrato la Sardegna, comprando terreni
meravigliosi per un pezzo di pane da pastori che non ne sapevano
valutare il valore commerciale. Non sappiamo come i sardi accoglieranno
il ritratto di una popolazione che "aspetta sempre che venga qualcuno da
fuori a risolvere i problemi" e che privilegia le esigenze lavorative
(la stessa Francesca fa la receptionist in un resort a 5 stelle) a
scapito della tutela del proprio territorio, e a fronte della
collocazione permanente in un ruolo subalterno a quel "Nord operoso" che
"la ricchezza la porta a casa sua, non a lascia in Sardegna".
Milani è però attento a rappresentare le ragioni di tutti senza svilire
la preoccupazione economica dei paesani, e riproducendo un conflitto
reale non dissimile da quello che si è creato a Taranto con l'ILVA: se a
Taranto la scelta è fra lavoro e salute, qui è fra lavoro e
bellezza/tradizione. "Ci hanno messo l'uno contro l'altro", dirà Efisio,
che vede le cose con atavica lucidità e saggezza. E la sua
determinazione a combattere per oltre un decennio nell'intento di
mantenere la proprietà della sua casa e il privilegio di pascolare le
mucche su una delle più belle spiagge sarde è l'ennesima lotta di Davide
contro Golia.
Virginia Raffaele, esportata da Un mondo a parte,
tenta un accento locale ma nelle prime scene ricorda soprattutto
Veronica Pivetti, e anche Aldo Baglio nel ruolo di Mariano sembra fuori
parte, più che fuori luogo. Per contro Ignazio Giuseppe Loi è
centratissimo e irresistibile nei panni granitici di Efisio, e Geppy
Cucciari ha un cammeo che davvero sintetizza la dignità delle donne di
Sardegna. Il resto del cast è composto da attori e non attori sardi, che
compaiono insieme in una scena corale ai titoli di coda, accompagnata
dalla musica ostinata e straziante di Moses Concas.
C'è qualche lungaggine di troppo, ma la vicenda è paradigmatica, ed è
molto pregnante il tema del tempo che nobilita alcuni e corrompe
irrimediabilmente altri, lasciando un'eredità positiva o negativa ai
figli (cioè al futuro). Milani veicola bene il desiderio di tutti di
"rientrare a casa", e la consapevolezza che molti, la propria "casa",
l'hanno ceduta al miglior offerente per poi rimpiangerla per sempre.(by MyMovies)
Nonostante non sia un'amante dei film italiani, questo regista ultimamemte tratta argomenti molto seri con la leggerezza di una commedia, rendendo il tutto armonioso e godibile. Io riporto sempre la recensione di MyMovies, ma raramente sono in accordo con chi scrive questi articoli e credo che tutto sommato sia corretto, io non sono un critico cinematografico, tengo traccia delle mie passioni, tra le quali c'è anche il cinema e quello che sento è quello che scrivo nei miei post. Per me questo film è un vero gioiellino, con protagonisti bravi e centrati... 'tutti' per quanto mi riguarda, a partire da Virginia che a mio parere ha interpretato benissimo il ruolo di figlia, perchè stare al fianco di un genitore ostinato ed avere la pazienza di comprendere le motivazioni che lo spingono ad un determinato comportamento non è facile. Aldo come dipendente che cerca fino in fondo di fare il proprio dovere, alla fine rinuncia al lavoro perchè capisce da che parte è giusto stare, e questo è un atto di coraggio! Abatantuono, nel suo cinismo da imprenditore senza scrupoli ha fatto tutte le mosse che il potere dei soldi poteva fare e nelle parole dure ma vere che gli rivolge la figlia si percepisce quanto sia semplice a volte pensare che chi ha il denaro è nella posizione di comprare quasiasi cosa! Per ultimo ho lasciato il protagonista indiscusso di questo film, il pastore Efisio che con la sua dignità è stato sempre fedele al suo pensiero, senza farsi comprare da niente e da nessuno... chi di noi avrebbe il coraggio di rifiutare tutti quei soldi? eppure quella era la sua casa, la sua vita e con tutti quei soldi, un altro posto uguale comunque non lo avrebbe trovato perchè la propria casa è senza prezzo...
Voto: 10

Nessun commento:
Posta un commento
Lasciate un commento... voi che leggete...